
da Diocesicoptamilano.com, diocesi cristiana copta ortodossa di Milano.
San Mena (o Menna) il Meraviglioso
È uno dei santi più venerati sia in Oriente che in Occidente per i numerosi miracoli verificati per mezzo delle sue preghiere e intercessioni per noi. È quello che dimostrano le numerose ampolle in terracotta e in argento, con la stampigliatura delle sue immagini e qualche emblema sintetico della sua vita e dei suoi miracoli, che sono state trovate in varie città del mondo antico come in Terra Santa, in Sudan, in Germania, in Francia, in Iugoslavia e in Italia, esempi dei quali si possono ammirare nel tesoro della Cattedrale di Monza.
San Mena nacque nell’anno 285 d.C. Suo padre era il governatore di una città del Delta del Basso Egitto. Morto suo padre e poi sua madre, quando aveva quindici anni si arruolò nell’esercito romano. Tre anni dopo decise di lasciare l’esercito, distribuì i suoi averi ai poveri ed intraprese una vita di preghiera ed austerità come eremita fra le montagne. Scoppiò intanto la persecuzione indetta da Diocleziano e dopo cinque anni, mentre San Mena pregava nel deserto, ebbe una visione dei martiri divenuti più risplendenti del sole, incoronati dagli angeli e condotti in paradiso; sentì quindi una voce dal cielo che lo benedisse e gli promise la fama in terra, la gloria nel Regno Eterno e tre corone: una per la castità, una per la sua vita eremitica e un’altra per il suo martirio. Spinto dal desiderio di diventare martire un giorno, recatosi presso Cotyaeum, si mescolò per predicare il Vangelo in mezzo alla folla raccolta in un anfiteatro. Fu tuttavia arrestato immediatamente, interrogato e imprigionato. La condanna a morte di Mena fu decretata il giorno seguente dopo un altro interrogatorio che, nonostante le forti torture, non lo indusse ad abiurare la sua fede. La sua decapitazione avvenne fuori città.
Mentre i fedeli portavano le reliquie del Santo per dare loro una sepoltura, giunto a Mareotis presso Alessandria, il cammello che portava il sarcofago non volle muoversi. Spostato il sarcofago su un altro cammello più forte, successe lo stesso. Allora si rassegnarono a seppellirlo lì. Per questo il santo è spesso rappresentato con ai piedi due cammelli adoranti.
Successivamente il suo corpo fu riscoperto dalla figlia dell’imperatore Zenone, che fu guarita dalla sua malattia quando si fermò e dormì in quel posto. In suo onore, sulle riva del lago Mareotis, Zenone eresse un santuario che ben presto divenne meta di grandi flussi di pellegrinaggi. Negli anni Sessanta del secolo scorso Papa Cirillo Sesto edificò un grande monastero col nome di San Mena nel deserto di Maryot.
Santa Rebecca
Santa Rebecca era una vedova di una città dell’Alto Egitto e aveva cinque figli, che aveva cresciuto nell’amore di Cristo. Dopo aver distribuito i loro beni ai bisognosi, si presentarono davanti al governatore manifestando la loro opposizione a rendere culto agli idoli come era stato imposto da Diocleziano. Il governatore ordinò pertanto di torturarli finché rinnegassero la loro fede. Visto che erano una famiglia nota e molto amata dai loro concittadini, tanti si convertirono e si dichiararono cristiani quando videro la loro resistenza alle torture. Allora il governatore li mandò a Nord, dove subirono ulteriori torture. Il Signore mandò loro il suo angelo molte volte per sostenerli e consolarli. Alla fine essi vennero decapitati dando un grande esempio dell’amore per il Signore.
Santa Damiana
Figlia di un governatore del Delta, Santa Damiana si era votata al celibato e si era ritirata con quaranta compagne in un palazzo costruito per lei da suo padre. Rimproverò suo padre per aver negato la sua fede in Cristo davanti all’imperatore e lo esortò a presentarsi al martirio. Infuriato e deluso dal padre di Damiana, che si era professato cristiano, l’imperatore lo condannò a morte. Quando poi venne a sapere che ella era la causa di ciò, inviò i suoi soldati con degli strumenti di tortura dalla santa. Le chiesero di rendere omaggio agli idoli e, per essersi rifiutata di farlo, fu sottoposta a diverse torture con le sue compagne; infine subirono il martirio per decapitazione.
Santa Caterina d’Alessandria
Affrontò il martirio quando aveva diciotto anni. Fu perseguitata dall’imperatore Massimino a causa della sua opposizione agli ordini di offrire sacrifici agli dei. Neppure i più celebri oratori, inviati dall’imperatore per convertire la bella e giovane Caterina al paganesimo, riuscirono nella loro missione; al contrario, finirono per riconoscere il Cristianesimo come loro religione e per questo furono bruciati vivi da Massimino. Caterina fu condannata a morire su una ruota dentata, ma lo strumento di tortura e di condanna si ruppe, obbligando Massimino a far decapitare la santa. Il suo corpo fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai.
Sant’Ariano il Governatore
L’impero romano non conobbe un governatore più duro di Ariano, che impiegò tutte le sue forze per torturare i cristiani. Un giorno, mentre i suoi soldati lanciavano frecce verso due cristiani torturati, nessuno dei due fu colpito; anzi, una freccia ritornò colpendo l’occhio di Ariano, il quale gridò dal dolore chiedendo aiuto. Allora uno dei due cristiani gli suggerì di aspettare il giorno seguente alla loro uccisione, di prendere la polvere dei loro piedi e di applicarla sull’occhio. Ariano ordinò di decapitarli e non poté dormire quella notte. Al mattino presto fece quello che gli era stato consigliato e fu guarito all’istante. Rattristato e pentito, si convertì al cristianesimo e liberò i cristiani dalla prigione. Quando Diocleziano venne a saperlo si infuriò e inviò quattro soldati a convocarlo. Dopo essere stato interrogato, fra gli scherni dei soldati, fu gettato in un pozzo che poi venne interrato. All’improvviso Diocleziano se lo vide davanti: stupito e spaventato, ordinò ai suoi soldati di catturarlo e di ucciderlo. Sant’Ariano fu sottoposto al martirio con gli stessi quattro inviati che si convertirono vedendo questo miracolo.
La Legione Tebea o Tebana
Questa legione era composta da 6666 soldati egiziani della Tebaide. Nell’anno 286 essa fu fatta andare in Europa da Massimiano Erculeo, collega di Diocleziano, per reprimere una rivolta nella Gallia. L’esercito di spedizione fu posto al comando di Massimiano.
Nella marcia contro i ribelli, Massimiano pose gli accampamenti vicino al lago di Ginevra e ordinò al suo esercito di offrire dei sacrifici agli dei di Roma per ottenere la protezione sull’impresa. La legione tebana condotta da San Maurizio rifiutò tuttavia il sacrificio professando che essi adoravano solo Gesù Cristo. l’Imperatore diede ordine che fosse ucciso un soldato ogni dieci. Né la prima né la seconda decimazione fecero cambiare idea ai soldati; anzi, indirizzarono all’Imperatore un breve messaggio in cui affermavano: “Noi siamo vostri soldati, ma siamo nello stesso tempo servi del vero Dio e lo confessiamo con libertà. Non possiamo eseguire i vostri ordini quando sono contrari ai Suoi”. Allora Massimiliano ordinò lo sterminio della legione.Ancora oggi sulle Alpi svizzere c’è una cittadina con un monastero che contiene le reliquie di San Maurizio, alcuni dei suoi libri e dei suoi oggetti che presero il nome da lui. Un altro santo della Legione tebana è San Vittore, conosciuto tra i Copti come “Boktor”.