
Il dottor Tudor Petcu ci invia una sua intervista a Massimo Introvigne sui significati dell’esorcismo. Massimo Introvigne (Roma, 14 giugno 1955) è un sociologo e saggista italiano. È il fondatore e direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), una rete internazionale di studiosi di nuovi movimenti religiosi. Introvigne è membro della sezione di Sociologia della religione dell’Associazione italiana di sociologia ed è autore di oltre settanta libri, tra i quali l’Enciclopedia delle religioni in Italia, e centinaia di articoli nel campo della sociologia della religione.
Le chiedo inanzitutto di spiegare come si deve intendere il fenomeno dell’esorcismo. Come definirebbe Lei da sociologo delle religioni l’esorcismo?
L’esorcismo in genere è stato studiato dai sociologi come ogni pratica volta a contrastare la presenza di spiriti maligni che disturbano principalmente le persone umane ma talora anche gli animali e le cose. In questo senso, con diversi nomi, pratiche esorcistiche si trovano in quasi tutte le religioni.
Si potrebbe affermare che l’esorcismo rappresenta anche una prattica sociale oltre che spirituale? Se sì, quali sarebbero i suoi argomenti?
Sì certo. Si può studiare l’esorcismo descrivendone gli attori, le cause, gli effetti prescindendo totalmente dalla questione se gli spiriti maligni esistano o meno, così come la sociologia delle religioni mette tra parentesi la questione se le affermazioni teologiche delle religioni siano vere o false.
Quanto importante fu l’esorcismo nella tradizione cattolica e, non ultimo, quale sarebbe l’impatto sociale dell’esorcismo?
La Chiesa Cattolica insegna che i demoni sono esseri personali dotati di intelligenza, volontà e poteri superiori a quelli degli esseri umani, che possono disturbare in vari modi fino al caso più grave della possessione diabolica. Insegna però anche che la possessione diabolica è un fenomeno reale ma molto raro, e che dobbiamo essere più preoccupati dell’azione ordinaria del Diavolo, che è la tentazione. Quest’ultima tocca tutte le persone umane, la possessione una infima minoranza.
In un periodo di crisi morale e spirituale, e anche di interesse per fenomeni che possiamo chiamare in modo generico magici, la domanda di esorcismi cresce. Ma solo una piccola percentuale delle persone che si rivolgono agli esorcisti cattolici sono in effetti esorcizzate. Nella grande maggioranza dei casi i sacerdoti esorcisti discerneranno problemi diversi dalla possessione diabolica. Ci sono curiosamente molti più esorcismi nel mondo protestante conservatore e pentecostale – curiosamente perché per secoli i protestanti hanno rigettato l’esorcismo come una pratica superstiziosa cattolica, e di questo rimane traccia nel fatto che non usano la parola “esorcismo” ma “liberazione”, “guerra spirituale” e così via. Ma certo parlano di demoni che è necessario scacciare molto più dei cattolici.
Lei è molto noto grazie al suo lavoro infaticabile svolto nella sociologia delle religioni, essendo un vero specialista sul piano internazionale. Si potrebbe dire al suo parere che l’esorcismo stesso rappresenti l’identità di una vera religione?
No. Oggi l’esorcismo, pur presente, non ha un ruolo centrale nel cattolicesimo né nelle forme liberali del protestantesimo e dell’ebraismo. Anche se Papa Francesco ha affermato più volte di credere nell’esistenza e nell’azione del Demonio, oggi nella stessa Chiesa Cattolica gli esorcisti si sentono un po’ emarginati da molti loro confratelli sacerdoti che non credono più nell’esistenza del Diavolo.
Crede che l’esorcismo possa rappresentare oggi un campo di interesse per le ricerche contemporanee o sia piuttosto qualcosa di ripugnante?
In effetti ci sono ricerche piuttosto impegnative nel settore della sociologia – penso per esempio al volume del 2018 di Giuseppe Giordan e Adam Possamai “Sociology of Exorcism in Late Modernity” – che si sono interessate all’esorcismo.
Come dicevo, ci sono anche ricerche comparative che hanno trovato “esorcismi” anche fuori del mondo ebraico-cristiano, per esempio nel buddhismo e nello scintoismo. Per esempio, nella religiosità popolare giapponese – che è un misto di buddhismo e scintoismo – si crede che gli spiriti delle volpi e dei tassi, specie quando questi animali sono investiti da automobili, possano possedere le persone umane, richiedendo qualche cosa di molto simile all’esorcismo.