
da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.
Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.
La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.
L’équipe pastorale Caritas
Vangelo secondo Marco (Mc 14, 12-16.22-26)
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù:
«Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro:
«Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo».
Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:
«Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Parola del Signore
Ascolto e medito:
È la Festa del Corpo e del Sangue del Signore, memoria dell’Eucarestia. Bisogna mangiare la cena Pasquale e i discepoli cercano un posto. Un uomo, un incontro, un luogo, accolgono Gesù che celebra l’ultima Pasqua prima della sua Morte e Resurrezione. Durante la cena compie un gesto che rimane cardine della vita cristiana, lo spezzare del pane. Gesù celebra il ricordo dell’Alleanza di Dio con il suo popolo, Lui che è la Nuova Alleanza.
L’Alleanza non è un libro, né un complesso di leggi, ma è Lui, il suo corpo, il suo Sangue: Gesù è la nuova presenza di Dio tra gli uomini. Tutta la sua vita è stata proclamazione di Dio come Padre e ora condivide questo gesto: dare e prendere il pane.
Accettando questa offerta, accettiamo Gesù che ci permette di entrare in questa dinamica del ricevere e donare. Il pane che Gesù spezza non è dato per essere tenuto ma perché lo si dia ai fratelli. Tenerlo per sé significa non dare senso all’Eucarestia. Pane e vino devono diventare condivisione.
Spesso noi, durante le celebrazioni liturgiche, seguiamo il rito e ma non ne viviamo il contenuto. Celebriamo L’Eucarestia divisi dai nostri fratelli e questo è triste perché l’Eucarestia non è pura devozione ma condivisione. È piuttosto rendere l’amore di Dio qualcosa che costruisce la comunità.
Il senso dell’Eucarestia è la fraternità, la condivisione, l’amore spezzato con i fratelli, e questo non riguarda solo la vita spirituale ma anche quella materiale. I soldi, le proprietà, l’accumulo, sono atteggiamenti che non riguardano il Corpo e il Sangue di Gesù donati.
L’Eucarestia deve farci cambiare vita perché ha come obiettivo la gioia dei fratelli, la costruzione della comunità, la condivisione. Abbiamo sterilizzato le cose per renderle innocue affinché non tocchino la nostra vita fatta di sicurezze egoistiche. Come comunità abbiamo la responsabilità di rendere vera nella nostra vita l’Eucarestia.
Medito e condivido
- Qual’è il nostro atteggiamento davanti al pane spezzato e condiviso?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.