I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 1 maggio 2022

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

Leggi la presentazione della proposta

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 1-19)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di
Zebedèo e altri due discepoli.

Disse loro Simon Pietro:

«Io vado a pescare».

Gli dissero:

«Veniamo anche noi con te».

Allora uscirono e salirono sulla barca; ma nella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.

Gesù disse loro:

«Figlioli, non avete nulla da mangiare?».

Gli risposero:

«No».

Allora egli disse loro:

«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».

La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro:

«È il Signore!».

Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.

Disse loro Gesù:

«Portate un po’ del pesce che avete preso ora».

Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.

Gesù disse loro:

«Venite a mangiare».

E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore.

Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro:

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?».

Gli rispose:

«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».

Gli disse:

«Pasci i miei agnelli».

Gli disse di nuovo, per la seconda volta:

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami?».

Gli rispose:

«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».

Gli disse:

«Pascola le mie pecore».

Gli disse per la terza volta:

«Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».

Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse:

«Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».

Gli rispose Gesù:

«Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».

Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse:

«Seguimi».

Parola del Signore

Ascolto e medito

“In quel tempo” e “seguimi”, i due termini che iniziano e concludono il brano di Vangelo. Un tempo lontano e un presente a significare il tempo eterno entro cui il messaggio di Gesù si interpone; la sua chiamata ieri come oggi a volerci tutti suoi discepoli sull’esempio dei primi che, con le loro incertezze lo hanno ascoltato e seguito.

Una Parola la sua che grazie a questa eternità porta in ogni tempo una forte testimonianza di speranza, prossimità, ascolto, accoglienza, perdono. Sempre a partire da una condivisione. E le domande di Gesù a Simone sono le stesse che oggi dobbiamo fare nostre, per non cedere la nostra fede alle tentazioni che la mettono in discussione e alla prova; per non cadere nell’errore di non fidarci di Lui e non sentirci rassicurati e incoraggiati dalla sua semplice presenza.

Dopotutto Gesù non li ha trasformati in uomini senza paura o impeccabili con la ragione in mano, ma li ha accettati così com’erano, con la loro ingenuità, con la loro umiltà e si è sempre seduto accanto a loro, anche dopo la Resurrezione.

Quale risposta dare dunque a quel “seguimi”, se non il coraggio di annunciare la Buona Notizia laddove più ce n’è bisogno, laddove c’è sofferenza, laddove c’è rancore, laddove non c’è la pace. Certi solo che è l’Amore ciò che dobbiamo testimoniare con a fianco sempre Colui che questo Amore lo ha reso infinito.

Il metodo

Ciascuna nostra azione,  pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.

La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale. 

È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.

Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.

Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:

SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;

SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;

SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.

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