«La razza umana». Una poesia di Anna Spissu

Avremmo potuto avere
la gola silenziosa dei pesci
quella cavernosa dei bovini
le corde stridule delle rondini
il raglio dell’asino, il ruggito del leone.

Avremmo potuto
abbaiare, nitrire, miagolare
o emettere qualunque altro suono
del mondo animale.

Invece abbiamo inventato le parole.
Siamo stati divinità
che hanno fatto fiorire
nell’informe palude dei suoni
catene e catene di coralli,
fila interminabili di denti e labbra
hanno inanellato suoni senza nome
e ne hanno fatto regni
confini, misure, vette inarrivabili
pulviscolo e foreste e oceani
bambini, vecchi
uomini e donne.

Abbiamo inventato i piedi, le braccia
il viso, gli occhi, le mani, il sesso
e fatto fiorire di nomi il mondo.

Tutto è stato nominato
perché fosse certo e conoscibile.

Resta che qualcosa
è andato storto
e qualcosa di incompiuto
offusca da sempre la razza umana.

Nessuno sa dire con certezza
quando tutto questo è accaduto.
Se eravamo ancora nel paradiso terrestre
o stavamo passeggiando
nei giardini di Babilonia
quando una pioggia fitta di assenzio
o una droga micidiale
che si respirava nell’aria
ci è entrata nei polmoni
e ha contaminato la nostra specie
ma molti nomi sono rimasti labili
con confini incerti e vasti
distese d’acqua
di cui non si conosce bene la riva
e sempre e per sempre
siamo condannati a tracciare sull’acqua
le linee di tutto ciò
che è dentro di noi,
che ci fa gioire e soffrire
ma non sappiamo dire.

Anna Spissu

da “Miloghe del Nord” ( Gammarò ed)

Dalla biografia su Annaspissu.it

Sono nata a Chiavari, in Liguria, nel 1959.
Mio padre era di Arbatax e anche se la Liguria è una terra tanto amata dove ho vissuto moltissimi anni, più passano gli anni più sento crescere dentro di me anche la mia anima sarda.
Oggi vivo e lavoro a Milano ma sono certa che un giorno tornerò a vivere al mare. Ho scritto la mia prima poesia a cinque anni, quando ho imparato a scrivere e da allora non ho più smesso. La poesia ha accompagnato tutta la mia vita e credo che continueremo a farci compagnia, io e lei, per il resto dei miei giorni.
Scrivere è la mia grande passione . Ho tante storie da raccontare, per questo ho scritto anche molti racconti e li ho pubblicati su antologie e riviste.
E scrivendo scrivendo sono arrivata ai romanzi. Per primo è arrivato “il Pirata e il Condottiero”, un romazo storico ambientato nel 1500 sulle straordinarie avventure del pirata Dragut e dell’Ammiraglio imperiale Andrea Doria e ora “Lowelly il Mago”, un fantasy sulla forza inarrestabile del Desiderio.
Ai miei figli, Rosa e Francesco, ho raccontato moltissime favole e ne ho pubblicata qualcuna. Un giorno o l’altro mi deciderò a metterle nero su bianco e le manderò a qualche editore.

Un pensiero su “«La razza umana». Una poesia di Anna Spissu

  1. Buongiorno, felice di conoscerti attraverso questa poesia sul mutamento della nostra origine sull ‘evoluzione giunta sino a un punto di criticità e di finitezza. C è amarezza in questa perdita di sensibilità che ci ha condotti alla perdita di umanità e legami di appartenenza a un a Terra di cui siamo ospiti quanto altre specie. Mi piace molto il tuo stile poetico ( mi permetto di darti del tu in quanto siamo coetanee) e sarò felice di leggere ancora la tua voce interessante magari anche sottoforma di prosa. Complimenti intanto per questi versi che ripercorrono il cammino della specie.

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