Un nuovo testo dal progetto di dottorato dell’autore.
Il più delle volte l’esicasmo è associato a una pratica spirituale che implica un ritiro interiore basato su determinate tecniche di respirazione specifiche dei monaci, in particolare degli eremiti che hanno scelto di vivere negli eremi più isolati. Il mondo teologico in generale gravita attorno a questo esercizio sia mentalmente che soteriologicamente, poiché si tratta di superare l’entelechia come via di perfezione interiore o come integrazione in ciò che i Greci chiamavano metanoia.
Sebbene l’orizzonte religioso stesso esalti l’autenticità dell’esicasmo, dobbiamo tuttavia notare che, tra tutte le idee religiose, il cristianesimo, sia orientale che occidentale, sembra relazionarsi meglio a livello di prassi con la dimensione monastica, cosa che è stata espressa con la massima chiarezza anche dai Santi Padri della Chiesa. Ad esempio, per Sant’Evagrio Pontico, il vero cristiano è colui che sceglie la liberazione dell’anima nel monachesimo, mentre San Massimo il Confessore ritiene che tutti i cristiani sono monaci perché tutti i monaci sono cristiani.
D’altra parte, la mistica occidentale, tenendo conto delle meditazioni di San Francesco d’Assisi o di quelle di Benedetto da Norcia, sottolinea la dimensione della povertà assunta come espressione suprema dell’esicasmo, uno stile di vita che il laico non sarà in grado di imparare, essendo troppo innamorato delle cose materiali.
Da quanto sopra, si può evincere che l’esicasmo è piuttosto parte costitutiva della vocazione teologica, ma allo stesso tempo dobbiamo tenere conto della seguente realtà: l’esicasmo in senso generico, almeno quello cristiano o buddista, enfatizza una cultura del telos interiore, inaccessibile alla teoria e a descrizioni indefinite. Ma non possiamo limitare ciò che viene chiamato esicasmo alla sola pratica monastica, e in questo senso potremmo anche parlare di alcune radici filosofiche dell’esicasmo.
Dopotutto, la filosofia è la prefazione alla teologia o, in altre parole, la filosofia è ciò che ha determinato la nascita della teologia, ovvero solo l’amore per la sapienza può condurre alla conoscenza della Parola di Dio.
Poiché queste radici filosofiche dell’esicasmo esistono realmente, dovremmo automaticamente formulare la seguente domanda: in che misura possiamo parlare di un esicasmo filosofico?
Partendo dall’etimologia del termine phileosophia, ci troviamo emotivamente orientati verso phileo (amore, ricerca) e sophia (sapienza, pensiero). Se la filosofia è amore per la sapienza, ne consegue che una delle condizioni imprescindibili è l’assunzione dell’esicasmo, poiché una soglia di conoscenza sarà raggiunta solo una volta superata la superficialità quotidiana. Ovviamente, questa volta, l’esicasmo abbandonerà la zona di comfort teologica e prenderà possesso del reale in quanto tale, che sarà successivamente sottoposto al telos analitico espresso attraverso il linguaggio con pretese di chiarimenti esaustivi in vista della comprensione dell’Essere e dell’Essere. Pertanto, non sarà difficile per noi sviluppare l’essenza primaria dell’esicasmo filosofico una volta esplorata la geografia delle preoccupazioni e degli interrogativi presocratici che problematizzano gli aspetti più semplici e banali dell’esistenza per scoprirne l’autenticità. Ma questa autenticità (die Beweiskraft) sarà scoperta e correttamente compresa solo quando la schiavitù della superficialità sarà abbandonata. In altre parole, la pretesa filosofica al suo livello esicastico è il raggiungimento dell’unicità (die Einzigartigkeit) per spiegare i fenomeni che completano il nostro Essere nell’orizzonte dell’Essere e nello spazio in cui ciascuno esiste come tale.
Non è un caso che Socrate raccomandi l’esercizio della pazienza come forma di salita dei gradini della conoscenza fino all’incontro con la comprensione, per la quale sono necessarie le seguenti condizioni fenomeniche: l’acquisizione delle virtù (die Eigenschaften), l’accresciuta attenzione (die Aumperschäftigkeit) e la conoscenza di sé (die Selbsterkenntnis).
Tutta questa struttura paradigmatica socratica descrive con completa fedeltà il metodo etico e razionale della ricerca della Verità (die Wahrheit), fondato sui principi del nostro ritiro in noi stessi per unire la mente all’anima, che non può che costituire una delle caratteristiche principali dell’esicasmo. Pertanto, almeno in prima istanza osserviamo che esiste un esicasmo filosofico nel vero senso della parola, la cui costituzione primordiale è socratica, e nelle note esplicative che verranno fornite in seguito cercheremo di cogliere l’evoluzione dell’esicasmo interrogativo socratico e il modo in cui quest’ultimo si è riflesso e integrato nella successiva storia della filosofia.