da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
Per inquadrare correttamente l’auspicabile discussione sul ruolo della Chiesa cattolica nel mondo attuale occorre per prima cosa definire quest’ultimo.
A me sembra che il modo migliore per farlo è constatare che, per la prima volta dalla fine del primo conflitto mondiale, ci troviamo senza un’istituzione universale: alla fine della Società delle Nazioni è seguito, senza certificazione ovviamente, il costante collasso delle Nazioni Unite.
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«All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Ioab, alla testa di un forte esercito, devastò il territorio degli Ammoniti…» (1Cr 20,1).
Come il tempo era misurato tra la stagione della semina e quella della vendemmia, così si scandiva il tempo facendo i propri conti con il sopravvenire della stagione delle guerre. Almeno nel contesto dei redattori dei libri delle Cronache, nel IV secolo a.C., la guerra non era né qualcosa da deplorare né qualcosa da esaltare. Sembra che produrre, vendere, comperare, oppure conquistare e saccheggiare ciò che altri hanno prodotto o comperato fosse considerato più o meno come la stessa cosa.
da BarbaSophia, il canale YouTube in cui il prof. Matteo Saudino spiega e racconta concetti e storia della filosofia.
Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato un filosofo, scrittore, pedagogista e musicista svizzero.
Dal suo primo testo filosofico importante, il Discorso sulle scienze e le arti, emergevano già i tratti salienti della filosofia rousseauiana: un’aspra critica della civiltà come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell’uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone.
Questi temi sarebbero stati ulteriormente sviluppati dal Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini del 1754: da questo secondo Discours emergeva la concezione di Rousseau dell’uomo e dello stato di natura, la sua idea sull’origine del linguaggio, della proprietà, della società e dello Stato.
Un altro testo, il Contratto sociale del 1762, conteneva la proposta politica di Rousseau per la rifondazione della società sulla base di un patto equo – costitutivo del popolo come corpo sovrano, solo detentore del potere legislativo e suddito di sé stesso.
Questi e altri suoi scritti (soprattutto l’Emilio, sulla pedagogia) vennero condannati e contribuirono a isolare Rousseau rispetto all’ambiente culturale del suo tempo. Le sue relazioni con tutti gli intellettuali illuministi suoi contemporanei, oltre che con le istituzioni della Repubblica di Ginevra, finirono per deteriorarsi a causa di incomprensioni, sospetti e litigi, e Rousseau morì in isolamento quasi completo.
Considerato per alcuni versi un illuminista, e tuttavia in radicale controtendenza rispetto alla corrente di pensiero dominante nel suo secolo (definibile quindi un preromantico o illuminista anti-razionale) Rousseau ebbe influenze importanti nel determinare certi aspetti dell’ideologia egualitaria e anti-assolutistica che fu alla base della Rivoluzione francese del 1789; anticipò inoltre molti degli elementi che, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, avrebbero caratterizzato il Romanticismo, e segnò profondamente tutta la riflessione politica, sociologica, morale, psicologica e pedagogica successiva. Alcuni elementi della sua visione etica saranno ripresi in particolare da Immanuel Kant. Le idee di Rousseau ebbero una risonanza europea e mondiale, tale da ispirare le future costituzioni degli Stati Uniti e della Rivoluzione francese
Pubblichiamo l’Intervista a a padre Cosma al secolo Antonio Parisi, Primate della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala a cura di Tudor Petcu su uno dei grandi temi che da sempre è oggetto di dibattito teologico e filosofico: il confronto tra la fede e la ragione.
Video messaggio del Santo Padre per partecipanti a The Economy of Francesco (Assisi, 19-21 novembre 2020), l’evento che ha raccolto economisti, imprenditori e change-maker da tutto il mondo per dare una nuova anima all’economia globale. Scopri di più su https://www.francescoeconomy.org
da BarbaSophia, il canale YouTube in cui il prof. Matteo Saudino spiega e racconta concetti e storia della filosofia.
Epicuro (in greco antico: Ἐπίκουρος, Epíkouros, “alleato” o “compagno, soccorritore”, in latino: Epicurus; Samo, 10 febbraio 341 a.C. – Atene, 270 a.C.) è stato un filosofo greco antico. Discepolo dello scettico democriteo Nausifane e fondatore di una delle maggiori scuole filosofiche dell’età ellenistica e romana, l’epicureismo, che si diffuse dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C., quando, avversato dai Padri della Chiesa subì un rapido declino, per essere poi rivalutato secoli dopo dalle correnti naturalistiche dell’Umanesimo, del Rinascimento e dal razionalismo laico illuminista.
1. Epicuro: la teoria del tetrafarmaco e la ricerca della felicità
Dragoş Grusea (nato nel 1986), laureato alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Bucarest. Nel 2012 ha ottenuto una borsa di studio DAAD per conseguire un master presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Eberhard-Karls di Tubinga, concludendo con una tesi sullo schematismo della ragione nella Critica della ragion pura di Kant. Nel 2015 è diventato dottorando in filosofia nella stessa università, con una tesi sull’evoluzione del concetto di direzione nel sistema kantiano. Nel 2020 ha conseguito il titolo di Dottore in Filosofia dell’Università di Bucarest con una tesi dal titolo “Metafisica generale e metafisica particolare a Kant” sotto il coordinamento del Prof. Dr. Mircea Flonta. Ha collaborato alla Romania letteraria, Studi di storia della filosofia universale, Studi di epistemologia e teoria dei valori, Ricerca filosofico-psicologica, Contemporaneo.
Ha pubblicato un saggio sulla teoria delle categorie chiamato The Moment of Archetypal Time, che è attualmente in fase di pubblicazione dalla casa editrice European Idea. Sta preparando un volume sui significati dell’opera d’arte in Kant e Heidegger
Ha tradotto dal tedesco, insieme a Paul-Gabriel Sandu e Alexandru Bejinariu, F.-W von Herrmann, F. Alfieri: Martin Heidegger. The Truth About Black Notebook (Ratio et Revelatio, 2020).
Pubblichiamo una intervista a cura di Tudor Pectu sui tesori dimenticati e nascosti della filosofia russa. Gli intervistati sono rispettivamente il Dr. Anatoly Chernyaev – Capo del Dipartimento di Storia della filosofia russa presso l’Istituto di filosofia, Accademia Russa delle Scienze; il Dr. Vladimir Sidorin – Ricercatore presso l’Istituto di filosofia, Accademia Russa delle Scienze; il Dr. Ksenia Vorozhikhina – Ricercatrice presso l’Istituto di filosofia, Accademia Russa delle Scienze.
Quando parliamo della storia della filosofia, di solito consideriamo l’eredità greca della filosofia e del pensiero occidentale il cui contributo all’evoluzione della filosofia moderna è stato eccezionale. Non possiamo dimenticare il razionalismo filosofico specifico del Medioevo o quello cartesiano, per non discutere della fenomenologia tedesca del 20 ° secolo, i cui rappresentanti più importanti erano senza dubbio Franz Brentano, Edmund Husserl e Martin Heidegger.
E se dovessimo parlare di un mondo filosofico meno conosciuto ma altrettanto importante? Da questo punto di vista abbiamo l’opportunità di fare riferimento alla storia della filosofia russa che è meglio definita dalla teologia ortodossa sviluppata da Sergei Bulgakov, ma soprattutto dalla letteratura di Lev Tolstoj e Dostoevsky. In effetti, si può dire che il più grande filosofo russo fu Dostoevskij a causa del fatto che i suoi personaggi esprimono un vero disordine filosofico, ma ultimo ma non meno importante una rivoluzione filosofica.
Lo scopo di questa intervista è cercare di evidenziare la bellezza dimenticata della filosofia russa che contribuisce non solo all’evoluzione della filosofia europea, ma anche al suo risveglio. In questa sessione, potrebbe essere posta la seguente domanda: come dovremmo comprendere la filosofia russa poiché la cultura russa non è stata realmente caratterizzata dalla filosofia in quanto tale? No, la cultura russa potrebbe non aver avuto una filosofia pratica, ma aveva il mistero ontologico che esprime al meglio la vera filosofia insieme a tutta la sua ricchezza.
Il nostro collaboratore Tudor Petcu ci propone una intervista con il filosofo francese Pierre-Henri Tavoillot. Nato il 24 maggio 1965 a Saint-Étienne è docente di filosofia all’Università di Parigi Sorbona-Parigi IV, presidente del College of Philosophy e condirettore della collezione “New College of Philosophy” di Grasset. Il suo lavoro si concentra sulla filosofia dell’Illuminismo, sull’etica e sulla filosofia politica contemporanea, in particolare su questioni educative, età della vita e arte del governo. Difende una concezione aperta della filosofia che promuove il dialogo e la collaborazione con le scienze umane (psicologia, sociologia, storia, antropologia, economia, ecc.).
Tudor Petcu, nell’intento di far conoscere e gustare a piccoli brani la bellezza della cultura tedesca, ci propone una sua traduzione di alcune favole di Gotthold Ephraim Lessing. Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), esponente di punta dell’illuminismo tedesco, letterato, drammaturgo, critico letterario, pensatore di una profonda religiosità laica, scrisse tragedie e commedie tra cui: Miss Sara Sampson (1755), Emilia Galotti (1772), Nathan il saggio (1779, fiaba drammatica in endecasillabi sciolti). Lessing pubblicò le Favole in tre libri nel 1759. Al genere, che non abbandonerà sino agli ultimi anni, s’era dedicato con studi ed esercizi di composizione già adolescente, sospinto dal gusto dell’epoca ma anche in opposizione ad esso. La moda corrente preferiva la favola alla La Fontaine, lunga, in versi, moraleggiante; Lessing componeva invece favole alla Esopo, in prosa, con personaggi animali, di brevità fulminante. Ciascuno dei tre libri si compone di trenta favole.
L’aquila
All’aquila è stato chiesto: “Perché stai alzando i cuccioli così in alto nell’aria?”
L’aquila rispose: “Avresti il coraggio di crescere così vicino al sole se ti portassi su in profondità sulla terra?”
La storia della filosofia europea è ricca di concetti e idee sapienti che hanno segnato lo spirito di tutte le epoche culturali successive. L’antichità greca si è prima messa alla prova ponendo la domanda “Che cos’è l’Essere?”, un problema sviluppato successivamente nel Medioevo razionalista, i cui rappresentanti di spicco come Sant’Anselmo di Canterbury o San Tommaso d’Aquino credevano che l’Essere potesse essere compreso nell’orizzonte filosofico che serve la teologia.
La coerenza discorsiva filosofica ha trovato un’eco ancora più forte nella modernità, nell’umanesimo rinascimentale e nell’illuminismo tedesco. Poi venne il ventesimo secolo, nell’era secolarista, caratterizzato da diversi esperimenti ideologici che si riflettevano nella psicoanalisi di Freud e Jung, in approcci politici relativi al narcisismo anarchico, così come nell’umanesimo ateo che il teologo francese Henri de Lubac considera il grande dramma dell’umanità moderna.
La filosofia, nel suo splendore decostruttivista e postmoderno, ha perso gran parte del suo terreno, sostituita da scienza e tecnologia che hanno costantemente fatto ricorso alle innovazioni per rimanere aggiornati. Così è nata la stessa società consumistica e pragmatica, amorale, priva di valori filosofici, metafisici e spirituali.
In tale contesto, sebbene discreto e con una certa inclinazione, si manifestò anche il sistema filosofico di Papa Giovanni Paolo II, meglio, di Karol Wojtyla, poiché il vero lavoro filosofico fu composto soprattutto durante il suo apprendistato intellettuale.
Il rapporto tra le ACLI della Lombardia (in particolare con quelle provinciali di Como e il circolo di Arosio) con la Russia e la fraternità della Trasfigurazione (insieme di gruppi e di comunità ortodosse che riuniscono sia a Mosca, che in altre località russe, sia all’estero persone di diverse età, professioni e provenienze) dura ormai da molti anni.
Nel 2001 e nel 2002 due delegazioni delle ACLI lombarde, tra cui anche diversi membri del Circolo ACLI di Arosio e delle ACLI di zona di Cantù, si sono recate a Mosca per riprendere i contatti iniziati nel decennio precedente e poi affievolitisi. In molti viaggi effettuati, oltre alle ACLI hanno partecipato anche membri della Caritas Decanale di Cantù, della CISL regionale e rappresentanti di gruppi locali parrocchiali e non.
Nel giugno 2004 e poi nel giugno 2006 sono stati effettuati altri viaggi che hanno permesso di allargare e conoscere meglio l’esperienza di Sretenie anche presso altre fraternità russe. In particolare, oltre a quella di Mosca, sono state visitate altre comunità: quella di Pietroburgo, quella di Arkhangelsk e quella di Tver’. L’accoglienza è stata molto cordiale e sempre molto alta è stata la loro capacità di trasmetterci amicizia, di farci sentire a nostro agio, oltre che il desiderio di conoscere la nostra realtà italiana. Soprattutto nei momenti di preghiera abbiamo sentito quei legami che uniscono la nostra comune fede nel Signore e di questi momenti se ne è avuta una maggior quantità e profondità durante la partecipazione al pellegrinaggio sulle isole Solovievski compiuto con la fraternità di Arkangelsk nei mesi di Agosto 2004 e 2009.
Proponiamo il testo della relazione presentata da Giovanni a Mosca nel settembre 2008 dal titolo “La resistenza spirituale al vuoto nella Chiesa e nella società” (già pubblicata sia su Acliarosio.it, il sito del circolo ACLI “Antonio Ballabio” di Arosio, che su Circolidossetti.it, Circoli Dossetti, eremo e metropoli), memoria del percorso di conoscenza reciproca e di ricerca ecumenica su come il cristiano sta nella società.
da Oasiscenter.eu, il sito della fondazione Oasis, cristiani e musulmani nel mondo globale.
Proponiamo la trascrizione integrale dell’intervento del Cardinal Scola alla presentazione del numero 26 di Oasis a Tempo di Libri, il 10 marzo 2018 a FieraMilanoCity.
In un momento in cui il jihadismo accusa il colpo delle sconfitte militari, è cruciale tornare a parlare di libertà: solo così si indebolirà il fondamentalismo.
Se il tema dall’ultimo numero di Oasis, Musulmani, fede e libertà, può apparire lontano dalle nostre preoccupazioni quotidiane, il sottotitolo – Perché questa è la vera questione del futuro (più del terrorismo) – dovrebbe fugare ogni impressione di astrattezza. Qualcuno – mi hanno detto – lo ha definito coraggioso; ma prima che coraggioso, credo che sia drammaticamente realistico, perché il grande e irrisolto nodo da cui scaturiscono tante tensioni nel mondo musulmano, fino alla tragedia del jihadismo, è proprio l’assenza di libertà. Senza libertà in particolare continuerà a riproporsi la tragica alternativa tra governo autoritario o dittatura religiosa che stritola le Chiese cristiane, per il cui sostegno è nata Oasis, ormai più di 12 anni fa.
da Ortodossia.it, sito ufficiale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta.
Pubblichiamo gli interventi di don Alberto Cozzi e dell’archimandrita Evangelos Yfantidis pronunciati nell’incontro tra presbiteri, organizzato dall’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta e l’Arcidiocesi Cattolica di Milano (28-30 gennaio 2015).
Il dott. Tudor Petcu, scrittore e ricercatore rumeno e nostro nuovo collaboratore, ha intervistato il professor Györgi Gábor, filosofo ungherese, sulla storia della filosofia della religione nella sua nazione. Il professor Györgi Gábor insegna presso Accademia Ungherese delle Scienze – Centro di Ricerca per le Scienze Umane – Istituto di Filosofia e Seminario Teologico Ebraico – Università Ebraica.
da Nev.it, Notizie EVangeliche Agenzia Stampa della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
Paolo Ribet, pastore della chiesa valdese di Torino, in occasione del 31 ottobre, Cinquecentenario della Riforma protestante, propone una chiave di lettura di quel periodo storico, senza dimenticare che “riandare ai fatti del passato non ha mai voluto essere un cedere alla tentazione della (auto)celebrazione, bensì un’occasione per riflettere su se stessi”, guardando al futuro. Continua a leggere