L’anima della “Rerum novarum” /6

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Concludendo il nostro percorso di analisi della Rerum novarum – l’enciclica promulgata da Leone XIII nel 1891, fondamento della Dottrina sociale della Chiesa – rileviamo tra gli aspetti più interessanti il fatto che in un’epoca segnata da profonde tensioni sociali, sull’orlo del collasso, fu un Papa a invocare una riconciliazione che andasse oltre la semplice «amicizia» tra ricchi e poveri, auspicando un’autentica unione fondata sul «fraterno amore». La Chiesa non si limita a indicare la via della guarigione sociale: essa stessa si fa medicina.

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L’anima della “Rerum novarum” /5

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Nella sua encinclica Rerum novarum, Leone XIII non solo difende il diritto alla proprietà privata come pilastro fondamentale, ma collega questo pilastro alla «famiglia o società domestica», che definisce «vera, e anteriore a ogni civile società». Di conseguenza, «è assolutamente necessario» che essa goda di «diritti e obbligazioni» proprie e «indipendenti dallo Stato».

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L’anima della “Rerum novarum” /3

da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.

Uno dei temi fondamentali della Rerum novarum di Leone XIII è la difesa della «proprietà privata». Un tema tutt’altro che secondario, perché di fronte al «male» causato dallo sfruttamento dei lavoratori, il Papa diceva chiaro e forte che «i socialisti», invece di dare una risposta giusta, preferivano attizzare «nei poveri l’odio ai ricchi», e pretendevano che si dovesse «abolire la proprietà, e far di tutti i particolari patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mezzo del municipio e dello Stato».

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Obiezione di coscienza e speranza

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

Sono addolorato per come il mondo stia vivendo una notevole involuzione, per come si stia lasciando avvitare in dinamiche di egoismo personale, corporativo e di interesse personale a discapito degli altri. Sono addolorato e… preoccupato! Ma non mi voglio rassegnare, ho deciso di reagire.

D’altra parte, non ho intenzione di condannare nessuno, di puntare il dito contro qualcuno, di gridare al complotto o, peggio ancora, al rancore interiore. No. Non è questo lo spirito del Vangelo; non è ciò che serve. La mia decisione è un’altra e ha una dinamica duplice: pensiero critico e azione diversa, personale, nelle scelte quotidiane. Il Regno di Dio, d’altronde, è una cosa piccola, nascosta, impercettibile, eppure potente.

Ecco quindi cosa ho deciso.

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La Parola è la mia casa: [16/02/2025] VI dom TO anno C

da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale di Chiuro e Castionetto.

Il vangelo distorto della “prosperity theology” smentito dai “beati” e dai “guai” di Luca

Dal vangelo secondo Luca (Lc 6,17.20-26)

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

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I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 13 febbraio 2022

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

Leggi la presentazione della proposta

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Vaccini: la nuova frontiera delle disuguaglianze

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

A un anno esatto dalla dichiarazione di pandemia da Covid-19 da parte dell’OMS, la disuguaglianza tra Paesi ricchi e poveri nell’ accesso ai vaccini è più acuta e drammatica che mai. Le nazioni più ricche nell’ultimo mese hanno vaccinato in media una persona al secondo, mentre la stragrande maggioranza dei Paesi in via di sviluppo ancora non è stata in grado di somministrare una singola dose, con una carenza strutturale di forniture mediche e scorte di ossigeno. Ma anche tra i paesi più ricchi le differenze sono enormi: negli Usa ogni secondo si vaccinano 35 persone, nel Regno Unito 9, in Germania, Spagna, Francia e Italia solo 2, in Belgio, Svezia e Danimarca poco più di 20 persone ogni minuto.

Così scrivono nel documento redatto insieme da Oxfam ed Emergency. Una fotografia impietosa di un mondo diseguale anche nella distribuzione dei vaccini, dove emerge, tra le altre cose, la stentata organizzazione italiana.  

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La salute diseguale

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Il quarto convegno nazionale organizzato dalla Diaconia valdese non poteva che essere condizionato dalla pandemia che tutto ha stravolto: a partire dalla fruizione, ovviamente virtuale, per proseguire con il tema scelto, “La salute diseguale”, un titolo che racchiude già un giudizio su quanto il Covid-19 stia colpendo maggiormente laddove condizioni sociali, economiche, sanitarie sono più deboli. Ma, come più volte ribadito, questa non è che la prosecuzione amplificata di una situazione esistente da anni, con una forbice sempre più ampia fra ricchi e poveri che si riverbera anche nell’accesso alle cure sanitarie. La vice-moderatora Erika Tomassone nel portare i saluti della Tavola valdese ha evidenziato proprio come «il diritto alla salute per tutte e tutti è la grande sfida di questo periodo. La pandemia ha accentuato le difficoltà per cui non dobbiamo chiuderci in egoismi ma allargare invece la platea dei beneficiari dei diritti per costruire davvero una società più equa».

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Più eguali. Orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI – 3) Lo strappo tra pensiero e azione. Strappo #03: Periferia Vs. Comunità

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Pubblichiamo in più puntate (per renderli più agevoli da leggere), gli orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI. Il titolo scelto è “ACLI 2020 Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”. Con queste parole s’intende porre particolare attenzione all’uguaglianza e alla giustizia sociale, temi fondamentali nel nostro movimento, per declinare al presente e al futuro quelle politiche sociali che si rivolgono agli ultimi e ai penultimi, ad un ceto popolare sempre più schiacciato verso il basso a causa di anni di crisi e di scarsa attenzione da parte della politica. Continua a leggere

Più eguali. Orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI – 3) Lo strappo tra pensiero e azione. Strappo #02: Lavoro Vs. Sapere

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Pubblichiamo in più puntate (per renderli più agevoli da leggere), gli orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI. Il titolo scelto è “ACLI 2020 Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”. Con queste parole s’intende porre particolare attenzione all’uguaglianza e alla giustizia sociale, temi fondamentali nel nostro movimento, per declinare al presente e al futuro quelle politiche sociali che si rivolgono agli ultimi e ai penultimi, ad un ceto popolare sempre più schiacciato verso il basso a causa di anni di crisi e di scarsa attenzione da parte della politica. Continua a leggere

Più eguali. Orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI – 3) Lo strappo tra pensiero e azione. Strappo #01: Economia Vs. Ambiente

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Pubblichiamo in più puntate (per renderli più agevoli da leggere), gli orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI. Il titolo scelto è “ACLI 2020 Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”. Con queste parole s’intende porre particolare attenzione all’uguaglianza e alla giustizia sociale, temi fondamentali nel nostro movimento, per declinare al presente e al futuro quelle politiche sociali che si rivolgono agli ultimi e ai penultimi, ad un ceto popolare sempre più schiacciato verso il basso a causa di anni di crisi e di scarsa attenzione da parte della politica. Continua a leggere

Per la vita del mondo. Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa – IV. Povertà, ricchezza e giustizia civile Ricordati, Signore, di coloro che si ricordano dei poveri

Per la vita del mondo. Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa: è il titolo di un documento di rilevante importanza. È il primo e organico approccio a quella che i cattolici chiamano «dottrina sociale». Il suo peso è indicato dalla sua origine (una richiesta del concilio di Creta del 2016), dal livello della commissione che l’ha preparato (13 teologi), dal materiale e riletture forniti (25 eparchie del Trono ecumenico distribuite nel mondo), dalle 12 lingue in cui è stato tradotto, dall’approvazione, nel gennaio 2020 del santo e sacro sinodo di Costantinopoli.

La pubblicazione è avvenuta negli USA il 27 marzo 2020. I curatori sono David Bentley Hart (del Notre Dame Institute for advanced study) e John Chryssavgis (del patriarcato ecumenico, presidente della commissione). Disteso in 82 numeri e diviso in otto parti, occupa una settantina di pagine.

I titoli delle parti sono orientativi: oltre la prefazione, l’introduzione (è tempo di servire il Signore); la Chiesa nella sfera pubblica (affidiamo tutta la nostra vita a Cristo Dio); il corso della vita umana (santifica le anime e i corpi nostri, e concedici di servirti in santità tutti i giorni della nostra vita); povertà, ricchezza e giustizia civile (ricordati Signore, di coloro che si ricordano dei poveri); guerra, pace e violenza (per la pace del mondo intero…); relazioni ecumeniche e relazioni con altre fedi (preghiamo per l’unità di tutti); ortodossia e diritti umani (ci hai creati a tua immagine e somiglianza); scienza, tecnologia, mondo naturale (il tuo dal tuo a te offriamo); conclusione (esultiamo, possedendo quest’àncora di speranza).

Su Settimananews.it il commento di Lorenzo Prezzi.

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Più eguali. Orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI – 2) Aprirsi nuovamente al mondo

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Pubblichiamo in più puntate (per renderli più agevoli da leggere), gli orientamenti per il 26° congresso nazionale delle ACLI. Il titolo scelto è “ACLI 2020 Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”. Con queste parole s’intende porre particolare attenzione all’uguaglianza e alla giustizia sociale, temi fondamentali nel nostro movimento, per declinare al presente e al futuro quelle politiche sociali che si rivolgono agli ultimi e ai penultimi, ad un ceto popolare sempre più schiacciato verso il basso a causa di anni di crisi e di scarsa attenzione da parte della politica. Continua a leggere

La giustizia ha fretta Anno 1° n. 2 Lunedì 31 Gennaio 1949 – di don Primo Mazzolari

da Ildialogo.org, Il dialogo – Periodico di cultura, politica, dialogo interreligioso dell’Irpinia.

Adesso è un quindicinale di impegno cristiano fondato da don Primo Mazzolari che vede la sua prima uscita il 15 gennaio del 1949. Don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo, un piccolo paese in provincia di Mantova fonda il quindicinale con l’intento di esprimere il momento della sfiducia nei confronti di una società migliore e diventa il simbolo dell’opposizione cristiana. La ragione del titolo e il programma appaiono nell’Editoriale del 15 gennaio 1949, mentre i cattolici sono al governo:

Adesso, non domani. All’infuori del caso che domani un altro possa far meglio ciò che io non so fare (la rivoluzione cristiana non fa saltare la corteccia dell’albero con la dinamite) rimandare a domani è neghittosità e vigliaccheria. Adesso è un atto di coraggio. Un uomo d’onore non lascia agli altri la pesante eredità dei suoi adesso traditi.

Pubblichiamo il secondo editoriale dal titolo “La giustizia ha fretta” …

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“È più facile che un cammello…”. Dinamiche della secolarizzazione e bisogno di salvezza attraverso la visione di un film

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

I più autentici film storici sono quelli che non hanno mai avuto la pretesa d’esserlo. Non vi compaiono cappe e spade, armature ed elmi, pepli e toghe. A renderli tali è semplicemente il tempo trascorso dalla loro uscita: 50, 60, 70 anni. Quando si proiettavano nelle sale erano ambientati nel presente, ora sono testimonianze del passato; lo sono anche quando il loro scopo originario non è diretto a descrivere in modo esplicito la società del tempo.

Un esempio in proposito è fornito da un film italo-francese del 1950 intitolato È più facile che un cammello…, regia di Luigi Zampa.

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Frode (lettura popolare della Bibbia)

da Profeziaeliberazione.blogspot.com, Profezia e Liberazione “L’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà” (GS 17).

Ci sono situazioni in cui promuovere il bene comune diventa un peso opprimente, ad esempio quando viene il momento di pagare le tasse. Da sempre infatti il contributo economico alla collettività, reso attraverso il sistema fiscale o in obbedienza a prescrizioni etiche, magari motivate religiosamente, che impongono ai più abbienti di soccorrere i più indigenti (è il caso del dovere di elemosina che accomuna tante religioni), è avvertito come un’ingerenza, come una mano altrui indebitamente infilata nel proprio portafogli. Perché condividere con estranei un guadagno frutto del proprio lavoro, del proprio commercio, della propria attività artigianale, professionale, imprenditoriale? Perché ci deve essere una collettività, civile o religiosa, che impone in qualche modo di contribuire a un bene comune che si finisce per percepire sempre per l’altrui vantaggio e mai per il proprio? Per questo da sempre si studia come “evadere” tale “obbligo”.

Siamo soliti definire questo tentativo con la categoria della frode, che è utilizzata anche per l’inganno ai danni della propria controparte in affari: ad esempio quando si consegna all’acquirente una cosa diversa, per qualità o quantità, da quella pattuita, o si dichiara il falso rispetto all’origine e alla qualità di ciò che si vuol vendere. Il tutto con un solo scopo: guadagnare, avere di più, naturalmente a spese di qualcun altro.

Così, condanniamo senz’altro la disonestà di questi comportamenti, ma tendiamo talvolta a giustificarne le motivazioni. Per evitare questa ambivalenza, l’ebraico medioevale propone le parole geneivat da’at per indicare la “frode”. Tale interessante espressione può essere tradotta con latrocinio della mente, della conoscenza. Non nel senso di furto di quella che oggi chiameremmo proprietà intellettuale, ma di raggiro della buona fede e della conoscenza reciproca. Nel parlare di frode si fa cioè riferimento alla manipolazione della relazione interpersonale a proprio vantaggio: per questo la geneivat da’at è considerata dai rabbini il peggior caso di furto possibile, perché afferisce alla persona più che ai beni. Il valore alla base dell’interpretazione e della condanna della frode è quello relazionale (in senso sociale e religioso) ben più che il riferimento al rispetto della norma. Questa visione trova le sue radici nella Bibbia.

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Ma la flat tax c’è già

da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.

Quando nacque, nel 1974, l’Irpef presentava una trentina di scaglioni, per rendere veramente progressiva l’imposta. Ecco, oggi sono solo cinque. Sarà per l’idea di semplificare, sarà perché alla fine ognuno controlla “il proprio” scaglione e non bada cosa succede nello scaglione altrui, sta di fatto che nel tempo molti scaglioni se ne sono andati. Solo cinque sono sopravvissuti (e tre o quattro di questi vivono pure una sorta di nevrosi, visto il dibattito pubblico).

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«La dimensione politica della fede, dall’opzione per i poveri», di mons. Oscar Arnulfo Romero

Proponiamo il discorso di mons. Oscar Arnulfo Romero in occasione del Dottorato Honoris Causa conferitogli dall’Università di Lovanio, il 2 febbraio 1980. Poco più di un mese dopo, il 24 marzo 1980, mentre celebrava Messa, mons. Oscar Romero, veniva ucciso nella Cappella dell’Ospedale della Divina Provvidenza.

Bisognerebbe leggere tutto intero il discorso pronunciato da Romero all’università di Lovanio, prima che venisse insignito della laurea honoris causa, per capire quanto sapore di vangelo c’è sempre nelle parole di questo santo vescovo salvadoregno.

don Tonino Bello

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L’opzione preferenziale di Gesù per i poveri

da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Tu m’hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano.

Salmo 4, 7

Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo.

I Timoteo 6, 17

La Bibbia non è in generale contraria alle ricchezze materiali, il soddisfacimento dei bisogni materiali appartiene alle cose che Dio sopraggiunge alle innumerevoli benedizioni di cui copre i suoi figli e figlie. Però, il credente è chiamato a vivere nella moderazione e con generosità.

Gesù invece ha effettivamente fatto una opzione preferenziale per i poveri. Nel suo ministero ha mostrato amore, compassione e cura in particolare per coloro che erano in fondo alla scala sociale: poveri, malati, emarginati e peccatori.

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