
da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.
È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.
Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.
L’équipe pastorale Caritas
Leggi la presentazione della proposta
dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 28b-36)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù:
«Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».
Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo.
Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore
Ascolto e medito
Gesù sale al monte ma non ama camminare da solo, non è un solitario. Prende con sé alcuni discepoli, i più vicini a lui, e li conduce in cima a pregare. Come accadrà anche in futuro, nell’orto degli ulivi, gli uomini si addormentano, cedono al sonno e alla fatica. Gesù invece prega così intensamente che, dice il Vangelo, “il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”, si trasfigura e appare in tutta la Gloria di Dio.
È nella preghiera che facciamo esperienza dell’accoglienza di Dio nella nostra vita. La preghiera è il luogo del nostro possibile mutamento, il tempo e lo spazio per rivelare la nostra natura di figli amati.
La trasfigurazione non è un merito personale, che non sempre e non tutti abbiamo, ma un dono della sua misericordia che tutti possiamo imparare ad accogliere e a custodire. Non tutti siamo all’altezza del nostro compito e forse non tutti siamo in comunione vera con Dio ma tutti possiamo pregare. Pregano il povero e il ricco, pregano il giusto e il disonesto, prega chi è nel bisogno e chi dona aiuto, pregano il martire e anche il suo carnefice; per tutti la preghiera è strada di cambiamento, di salvezza possibile.
I discepoli si svegliano e vengono abbagliati dalla luce. Pietro ne è talmente frastornato, ci dice il Vangelo, che “non sapeva quello che diceva”. Ogni giorno siamo chiamati a prendere delle decisioni, a fare delle scelte e quante volte siamo presi dalla frenesia di dare risposte ancora prima di aver compreso bene le domande. Le nostre parole non cambiano né il cuore di Dio e neppure il nostro; la sua Parola fatta carne rifonda, guarisce, risuscita e trasfigura la storia e la vita, di tutti e di ognuno.
“Maestro, è bello per noi essere qui”. È bello quanto ci si sente amati, e lo siamo veramente!
“Venne una nube e li coprì con la sua ombra”. A volte le nubi ci impediscono di vedere ma quella che avvolge i discepoli è una nube diversa, che rivela. A volte alimentiamo delle paure che ci bloccano, che ci condizionano, e abbiamo timore di sbagliare, di soffrire. Tuttavia la verità non risplende solo sulla
montagna della trasfigurazione ma anche nel nostro cuore ferito, nelle nostre fatiche e nelle nostre sofferenze umane, di ora e di sempre, nei nostri inferni e nei nostri lutti.
I nostri sentieri non sono sempre lineari, a volte sono contorti, eppure tutti ci portiamo dentro una grande certezza, un vero atto di fede: quando crediamo che per Dio nessuno di noi coincide con il proprio limite e neppure con il proprio male, ma ciascuno con le proprie possibilità di bene ancora realizzabile.
Dio ci indica due strade da percorrere, due cammini quaresimali: la preghiera e l’ascolto. Buon tempo di conversione!
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.