PANIKKAR, con il linguaggio dell’anima, espone il “suo” pensiero fluido e gratificante; snoda gli schemi e le artificiosità intellettuali che atrofizzano le realta’ spirituali.
Si allontana dalle divergenze e trabocca nella consapevolezza dell’universalità della divinità, comune e manifesta in tutto cio che è, enfatizzando l’unicità di ogni individuo. Definisce la via della mistica, come processo di liberazione e scoperta della consapevolezza del se, di relazione e condivisione.
Il dottor Tudor Petcu ha appena tradotto alcuni pensieri di San Serafim di Sarov in italiano.
Serafino di Sarov, in russo Серафи́м Саро́вский, al secolo Próchor Isídorovič Mošnín (Про́хор Иси́дорович Мошни́н) (Kursk, 19 luglio 1759 – Sarov, 2 gennaio 1833), è stato un monaco cristiano e mistico russo, considerato dalle Chiese ortodosse uno dei più importanti.
Starec vissuto nel XIX secolo, è ricordato per aver esteso gli insegnamenti monastici di contemplazione e di disprezzo del proprio corpo ai laici, indicando lo scopo della vita cristiana nell’acquisizione in sé dello Spirito Santo.
da Joimag.it, il sito dell’associazione JOI, Jewish Open Inclusive.
Eccoci di nuovo nel bel mezzo della pandemia. Può la tradizione ebraica esserci di aiuto, soprattutto dinanzi ai dilemmi etici che l’emergenza pone? Come conciliare il bene comune, ossia la tutela della salute pubblica (del maggior numero di persone), con il diritto alla libertà degli individui (incluso il diritto a lavorare per procacciarsi un salario)? Come rispettare i processi democratici a fronte dell’urgenza delle decisioni politiche, e chi decide nello stato di emergenza? Come gestire il rischio dei contagi e come agire nel caso in cui, il Cielo non voglia, si dovesse scegliere a chi dare la precedenza nelle cure, in casi di sovraffollamento nei reparti di terapia intensiva?
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
Parlare di laicità significa toccare un tema che coinvolge innumerevoli problemi e si apre in varie direzioni. È comunque un discorso che – da qualsiasi parte lo si affronti – ci porta al cuore di molti dibattiti attuali (e di non poche lacerazioni).
Una lettura biblica alla ricerca del fondamento e del senso della laicità è particolarmente delicata. Anzitutto non può pretendere di essere un discorso concluso: deve necessariamente rimanere aperto della tradizione della Chiesa e alla riflessione teologica. E poi si deve riconoscere che la Bibbia non fa in proposito un discorso completamente omogeneo. Vi si scorgono tendenze differenti, per esempio un alternarsi di tendenze secolarizzanti e sacralizzante. La Bibbia è testimone di una storia di salvezza e di peccato, è progetto di Dio e condizionamento ·culturale. Come allora leggerla?
Il dottor Tudor Petcu ci ha inviato un articolo scritto da Ioannis Christodoulou, un’insegnante greco di filosofia che vive a Cipro e dallo stesso Petcu tradotto in italiano.
Che lingua parla l’anima? Che riposo è lo Shabbat? Che cos’è il pane che non si mangia chiamato challà? Se D-o è uno perché ha diversi nomi? A cosa serve la mitzvà? Le risposte a tutte queste domande sull’ebraismo, e molto altro, le troviamo, in modo chiaro e conciso, nella miniserie I diamanti della Torah online su Youtube.
Perché è stato creato il mondo? Fabio Perugia e Shalom Hazan approfondiscono questo diamante della Torah: il senso della creazione secondo la Kabbalah e il Chassidismo.
Che lingua parla l’anima? Che riposo è lo Shabbat? Che cos’è il pane che non si mangia chiamato challà? Se D-o è uno perché ha diversi nomi? A cosa serve la mitzvà? Le risposte a tutte queste domande sull’ebraismo, e molto altro, le troviamo, in modo chiaro e conciso, nella miniserie I diamanti della Torah online su Youtube.