Una delle domande fondamentali che l’uomo, in quanto entità razionale e riflessiva, si pone fin dalle prime fasi della sua esistenza è: “Possiamo davvero essere felici?”. O, più semplicemente: “Cos’è la felicità?”.
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L’anima della “Rerum novarum” /5
da Settimananews.it, la storica rivista di attualità, pastorale, teologia dei dehoniani.
Nella sua encinclica Rerum novarum, Leone XIII non solo difende il diritto alla proprietà privata come pilastro fondamentale, ma collega questo pilastro alla «famiglia o società domestica», che definisce «vera, e anteriore a ogni civile società». Di conseguenza, «è assolutamente necessario» che essa goda di «diritti e obbligazioni» proprie e «indipendenti dallo Stato».
«Sei tu, mio Signore, la mia speranza» (Sal 71,5). Il messaggio del papa per la IX giornata mondiale dei poveri
Nel suo Messaggio per la IX Giornata Mondiale dei Poveri, il prossimo 16 novembre, Leone XIV ricorda che i poveri sono “i fratelli e le sorelle più amati” della Chiesa e spera che questo Anno Giubilare “possa incentivare lo sviluppo di politiche di contrasto alle antiche e nuove forme di povertà” davanti alle disuguaglianze e i conflitti nel mondo. ”Lavoro, istruzione, casa, salute sono le condizioni di una sicurezza che non si affermerà mai con le armi”.
Schweitzer, tre volte precursore
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Esegesi biblica, musica, impegno umanitario: «Se Schweitzer avesse praticato, al livello al quale lo ha fatto, anche una sola di queste tre attività, ciò sarebbe bastato ad assicurargli un posto di rilievo nella storia del Novecento» (F. Ferrario, La teologia del Novecento, Carocci, 2011): Albert Schweitzer le ha compiute tutte e tre. Per coincidenza, mentre nelle chiese evangeliche cadeva la “Domenica della Cevaa” (12 gennaio), si approssimava (il 14) l’anniversario della nascita del teologo, musicista e medico, che fu missionario a Lambaréné in Gabon, nato a Kayserberg, in Alsazia nel 1875.
La Parola è la mia casa: [11/02/2024] VI dom TO anno B
da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto.
Liberare con una carezza
Dal vangelo secondo Marco (Mc 1, 40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
La Parola è la mia casa: [04/02/2024] V dom TO anno B
da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto.
Di fronte alla sofferenza Dio non chiacchiera, non la giustifica, non la minimizza. Come facciamo spesso noi.
Dal vangelo secondo Marco (Mc 1, 29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
La Parola è la mia casa: [26/03/2023] V dom TQ anno A
da Parrocchiechiurocastionetto.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto.
Le lacrime di Gesù ci dicono che Dio è dalla nostra parte
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 11, 1-45)
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! E anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace
1 gennaio 2023, messaggio di Sua Santità Francesco per la cinquantaseiesima Giornata mondiale della Pace
Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte.
Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,1-2
Il miracolo della Parola. Bibbia, poesia e rivoluzione nel Dottor Živago di Boris Pasternak. Una conferenza di Adalberto Mainardi
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
Nell’ambito del ciclo di letture bibliche su Bibbia e letteratura, l’Associazione “Biblioteca Salita dei Frati” ha organizzato martedì 5 dicembre 2017 la conferenza di Adalberto Mainardi sul tema Il miracolo della Parola. Bibbia, poesia e rivoluzione nel Dottor Živago di Boris Pasternak Introduce Fernando Lepori.
Africa: tra sofferenza e mistero. Un saggio di Tudor Petcu
Il mondo in cui viviamo è senza dubbio il fascino del mistero e della curiosità, un esercizio ininterrotto di comprensione della realtà. Tutta la storia che è stata scritta finora, triste e gloriosa, oscura e luminosa, ha lasciato un’eredità che ha decisamente segnato la costituzione delle tribù, delle culture e delle civiltà dell’umanità. Un mondo lacerato dalla tentazione della distruzione e dell’annientamento ma benedetto dall’enigmatica passione della conoscenza.
Nell’infinito apparente e illusorio della Terra, appare un continente che esprime una gamma di realtà e significati esistenziali, una voce di riconciliazione con il destino crudele, un perpetuo abbraccio della tragedia e una teologia dell’infanzia. Tutte queste sono alcune delle caratteristiche fondamentali e ontologiche dell’Africa, un continente così ricco di risorse naturali e spirituali, ma così in ginocchio di fronte ai traumi della storia.
Messaggio dell’Arcivescovo Metropolita di Napoli mons. Domenico Battaglia ai partecipanti del G20
Sorelle e fratelli potenti, governanti di ricche nazioni e grandi Stati, nel darvi il benvenuto anche a nome della Chiesa napoletana in questa terra generosa e accogliente, vi chiedo perdono se in questo mio discorso oserò prendere la parola a nome vostro.
Prendo indebitamente in prestito il vostro prestigio e l’attenzione che esso comporta per rivolgermi a quanti non godono di alcun privilegio e di alcun diritto. A nome vostro, sorelle e fratelli primi, parlerò agli ultimi.
«Presente e futuro» – di Dietrich Bonhoeffer
Sul limitare del 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari (Bilancio sulla soglia del 1943 – Dieci anni dopo, in Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002, pp. 21-40), Bonhoeffer traccia un bilancio di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole pesanti, maturate a contatto con l’esperienza della sofferenza, dell’ingiustizia e della morte. Ma sono anche parole piene di speranza che solo chi ha una fede grande può dare. Ne riproponiamo alcune.
La Leggenda del Grande Inquisitore. Una conferenza di Adalberto Mainardi
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
La Leggenda del Grande Inquisitore, contenuta nel romanzo I fratelli Karamazov, è il manifesto del pensiero religioso di Dostoevskij. Un pensiero che non procede dalla libertà a Dio (come fa Kant), ma da Dio alla libertà.
«Della sofferenza» – di Dietrich Bonhoeffer
Sul limitare del 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari (Bilancio sulla soglia del 1943 – Dieci anni dopo, in Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002, pp. 21-40), Bonhoeffer traccia un bilancio di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole pesanti, maturate a contatto con l’esperienza della sofferenza, dell’ingiustizia e della morte. Ma sono anche parole piene di speranza che solo chi ha una fede grande può dare. Ne riproponiamo alcune.
La necessità del dialogo tra giudaismo e cristianesimo. Intervista a Daniel J. Lasker a cura di Tudor Petcu
Tudor Petcu ci propone una intervista sulla necessità del dialogo ebraico-cristiano al professor Daniel J. Lasker. Daniel Judah Lasker è uno studioso israeliano di filosofia ebraica nato in America. A partire dal 2017, è professore emerito nel dipartimento del pensiero ebraico dell’Università Ben Gurion del Negev.
«Compassione» – di Dietrich Bonhoeffer
Sul limitare del 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari (Bilancio sulla soglia del 1943 – Dieci anni dopo, in Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002, pp. 21-40), Bonhoeffer traccia un bilancio di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole pesanti, maturate a contatto con l’esperienza della sofferenza, dell’ingiustizia e della morte. Ma sono anche parole piene di speranza che solo chi ha una fede grande può dare. Ne riproponiamo alcune.
Video messaggio del Santo Padre per partecipanti a The Economy of Francesco
Video messaggio del Santo Padre per partecipanti a The Economy of Francesco (Assisi, 19-21 novembre 2020), l’evento che ha raccolto economisti, imprenditori e change-maker da tutto il mondo per dare una nuova anima all’economia globale. Scopri di più su https://www.francescoeconomy.org
«Senso della qualità» – di Dietrich Bonhoeffer
Sul limitare del 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari (Bilancio sulla soglia del 1943 – Dieci anni dopo, in Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002, pp. 21-40), Bonhoeffer traccia un bilancio di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole pesanti, maturate a contatto con l’esperienza della sofferenza, dell’ingiustizia e della morte. Ma sono anche parole piene di speranza che solo chi ha una fede grande può dare. Ne riproponiamo alcune.
Commento alla liturgia ortodossa: Ventesima Domenica dopo Pentecoste
da Santa-rus.com, La Santa Rus’. Grazia e bellezza nell’incontro con la Santa Rus’.
25 ottobre / 12 ottobre 2020 – Domenica
Domenica 20a dopo Pentecoste. Non c’è digiuno. Tono 3°.
Memoria dei santi padri del VII Concilio ecumenico (787). Dei martt. Probo, Taracho e Andronico (304). Del ven. Cosma, vesc. di Majum, creatore di canoni (c. 787). Dei venn. Amfilochio, igùmeno di Glushitsk, e Dionigi di Glushitsk (1452). Del ven. Simeone il Nuovo Teologo (per l’ufficiatura vedi 12 marzo). Della mart. Domnica (286). Dello ierarca Martino il misericordioso, vesc. di Tours (c. 400). Trasferimento da Malta a Gatchina di una parte del Legno della Croce Vivificante del Signore. Dell’icona Filermskaja della Madre di Dio e della mano destra di Giovanni Battista (1799). Di san Giovanni Letnikov, conf. (1930); dello ieromart. Lorenzo (Levchenko) (1937); dello ieromart. Alessandro Pozdeevskij presbitero (1940); dello ierarca Nicola (Moghilëvskij) conf., metr. di Alma-Ata (1955).
Delle icone della Madre di Dio di Gerusalemme (48), “Odighitria” di Jaroslavl’-Smolensk (1642), di Rudensk (1687) e di Kaluga (1812).
Apostolo: Gal 1:11-19 e dei santi padri: Ebr 13:7-16.
Vangelo: Lc 7:11-16 e dei santi padri: Gv § 56 = 17:1-13.

«Troppa grazia» – di Sergio Paronetto
Sergio Paronetto (Morbegno, 14 gennaio 1911 – Roma, 20 marzo 1945) è stato un economista e politico italiano. Manager industriale ed intellettuale, tra i più influenti ispiratori del moderno pensiero sociale cristiano, Paronetto fu protagonista dell’Azione Cattolica Italiana tra le due guerre, stretto collaboratore di Giovanni Battista Montini e Alcide De Gasperi, sul quale ebbe una decisiva influenza in materia economica, animò a Roma, durante gli anni della seconda guerra mondiale, un cenacolo culturale che raccolse tutti i personaggi più importanti della Resistenza, dell’economia e della politica di allora. Fu il principale ispiratore ed estensore del Codice di Camaldoli.
Per Sergio Paronetto l’ascetica non è una disciplina per eremiti, ma piuttosto il necessario complemento alla vita quotidiana, un allenamento all’azione e all’esercizio dell’impegno civile. «Ascetica dell’uomo d’Azione», che contiene anche il brano che proponiamo, pubblicato per la prima volta nel 1948 su iniziativa di Giovanni Battista Montini (che scrisse anche la prefazione), raccoglie le riflessioni di Paronetto negli anni della Resistenza al fascismo e dei primi sforzi per la rinascita del Paese. Sono scritti lontani da ogni sterile introspezione narcisistica, testimonianza di un’energia spirituale e politica che si nutre di una inesausta ricerca di verità nella pratica quotidiana.
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