«Della sofferenza» – di Dietrich Bonhoeffer

Sul limitare del 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari (Bilancio sulla soglia del 1943 – Dieci anni dopo, in Resistenza e resa. Lettere e altri scritti dal carcere, Opere, vol. VIII, Queriniana, 2002,  pp. 21-40), Bonhoeffer traccia un bilancio di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole pesanti, maturate a contatto con l’esperienza della sofferenza, dell’ingiustizia e della morte. Ma sono anche parole piene di speranza che solo chi ha una fede grande può dare. Ne riproponiamo alcune.

E’ infinitamente più facile soffrire ubbidendo a un ordine dato da un uomo, che nella libertà dell’azione responsabile personale.

E’ infinitamente più facile soffrire in comunione che in solitudine.

E’ infinitamente più facile soffrire pubblicamente e ricevendone onore, che appartati e nella vergogna.

E’ infinitamente più facile soffrire mettendo a repentaglio la vita corporale che non nello spirito.

Cristo ha sofferto nella libertà, nella solitudine, appartato e nella vergogna, nel corpo e nello spirito, e da allora molti cristiani con lui.

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