
Pubblicato originariamente sul periodico “Santuario della Madonna di Tirano”, n. 1 / 2021 gennaio – Anno XVIII
Il viceresponsabile dell’ufficio diocesano della pastorale sociale, assistente spirituale ACLI e Coldiretti della provincia di Sondrio, don Andrea Del Giorgio, alla luce dell’Enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”, ricorda la stretta connessione tra crisi sanitaria, economica e sociale e l’importanza di rimettere al centro la fraternità perché ci sia vera libertà e uguaglianza.
«In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, com’è possibile alzare la testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi è caduto lungo la strada?». Attraverso questa impegnativa domanda, che papa Francesco si pone già nella prima parte del documento dedicata all’analisi della realtà odierna, potremmo individuare alcune delle idee portanti dell’enciclica Fratelli tutti (FT).
Si tratti di singoli individui, imprese o mercati (nel caso del neoliberismo globalizzato) o di interi popoli (nelle tendenze populiste e nazionaliste) il motto del mondo di oggi, caratterizzato da una frammentazione e da una competizione esasperata, sembra essere “mors tua vita mea”. Da diversi anni il papa sta denunciando come il modello economico occidentale porti a considerare rifiuti improduttivi molte categorie di persone. In più occasioni, ed anche in questa ultima enciclica si trova l’espressione “cultura dello scarto”.
Per analizzare queste e altre dinamiche sociali, politiche ed economiche la FT usa, in un’ottica di dialogo con la modernità, le categorie del motto della rivoluzione francese e nota come il pensiero occidentale si sia molto polarizzato sui valori di libertà e uguaglianza, trascurando quasi del tutto la fraternità. Ciò è stato evidente nel conflitto tra i due blocchi, quello filosovietico collettivista che all’uguaglianza sacrificava i diritti e le libertà e il capitalismo del patto atlantico in cui spesso l’uguaglianza è stata resa puramente formale a tutela di una libertà di mercato selvaggia e sregolata.
La FT sostiene che mettendo al centro la fraternità si possa ricucire e tenere insieme il secolare strappo tra libertà e uguaglianza. Il concetto di fraternità, relegato in occidente alla vita e alle relazioni private e famigliari, viene allargato ad ambiti e aspetti tenuti solitamente separati. Ciò è coerente con il filone di pensiero che propone l’integralità di ogni esperienza umana e che la Laudato si’ ha rilanciato in chiave sociale attraverso la categoria di ecologia integrale e l’idea che «tutto è connesso». Così una transazione economica, in quest’ottica, non si capisce se considerata solo in termini monetari, ma coinvolge persone, realtà sociali, territori, ambiente; il lavoro non riguarda solo calcoli di spesa e politiche sulle risorse umane, ma tutta la persona che lavora e le relazioni che vive.
Anche la crisi che viviamo ha molti aspetti ed è insieme sanitaria, economica e sociale. Lo vediamo tutti i giorni nei nostri paesi ed emerge anche dalle crescenti richieste al Fondo diocesano di Solidarietà Famiglia Lavoro 2020: le sofferenze legate all’epidemia si sommano all’impoverimento di molti, la mancanza e la precarietà del lavoro ha conseguenze sul vissuto delle persone che si sentono private della loro dignità, le fragilità socio-economiche precedenti sommate alle recenti difficoltà aggravano e fanno scivolare nella miseria troppe famiglie.
Altri, per fortuna, sono invece stati maggiormente preservati perché meno esposti o con situazioni più tutelate. Ma ciò non significa che tutto questo non ci riguardi tutti. In quanto Fratelli tutti! Perché la vita e il bene di tutti è legato e contribuisce alla vita e al bene di ognuno. E viceversa. Vita tua vita nostra!