Profetismo e apocalittica

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

44° corso di aggiornamento biblico-teologico (23-26 aprile 2019) – Studium biblicum francescanum

Dalla profezia all’apocalittica: due modi di reagire davanti ad una crisi

Frédéric Manns – proff. SBF

Secondo l’etimologia greca, προφήτης è “colui che parla in nome di / davanti a”. Il verbo ἀποκαλύπτω significa “rivelare”, “svelare qualcosa che era nascosto”. La letteratura profetica è destinata al pubblico. Nei rapporti con il potere regio e con la classe che gestisce il Tempio, il profeta proclama il primato della fedeltà a Dio e la riscoperta dei valori più genuini; crede che la soluzione del dramma presente con il ritorno alla Legge si risolverà nella storia. La letteratura apocalittica, diversamente, nasce in circoli che si oppongo in qualche misura al Tempio e che non hanno un rapporto diretto col potere. L’apocalittico guarda a un mondo futuro diverso.

La prostituta del Libro di Osea. Le nuove prospettive interpretative

Łukasz Popko: prof. di esegesi dell’AT presso École Biblique et Archéologique Française de Jérusalem

Lo studio dello sfondo culturale del Medio-oriente antico ha messo in dubbio l’interpretazione classica della nota metafora matrimoniale del Libro di Osea. Non si può più affermare che la figura di Gomer, moglie prostituta, faccia riferimento ai cosiddetti culti di fertilità. Si propone invece di scorgere in questa figura una metafora più complessa, non limitata alla sola relazione fra marito e moglie, ma estesa anche allo status dei membri della “casa di Dio”. In particolare ci si soffermerà sul famoso versetto Os 2,16-17, presentandone la storia dell’interpretazione.
 

Amos: il profeta e il libretto, ovvero il rapporto tra la storia e la letteratura

Marco Nobile: prof. emerito di esegesi e di teologia dell’AT presso Pontificia Universià Antonianum, Roma

La relazione intende presentare l’applicazione di quell’orientamento esegetico odierno, secondo il quale, proprio in base al processo genetico del libro biblico, si favorisce l’attenzione alla macrostruttura del testo (il libretto), piuttosto che alle a volte discutibili ricerche biografiche attorno al personaggio. Non è la storia che viene messa tra parentesi, al contrario, si valorizza uno sguardo reale allo sfondo storico sul quale si muove la costruzione del testo, la cui configurazione finale diventa anche quella ufficiale.

Profezia ed apocalittica nel libro di Zaccaria

Vincenzo Lopasso, prof. di teologia dell’antico testamento presso Facoltà teologica per l’Italia meridionale

Nella relazione si evidenzia la presenza sia di profezia (e/o escatologia) che di apocalittica nel libro di Zaccaria considerato come unità. Sebbene ci siano ragioni per distinguere il libro in due parti, capp.1-8 e capp. 9-14, queste non possono essere demarcate rispettivamente come se la prima si trovasse in continuità con i profeti e soltanto la seconda fosse caratterizzata in senso apocalittico. Vedremo come profezia ed apocalittica coesistano insieme in entrambe le parti del libro e come queste non solo si richiamino l’una all’altra ma anche come entrambe rimandino a testi dei tre grandi profeti (Isaia, Geremia ed Ezechiele). In base a questi riferimenti il messaggio di Zaccaria può essere letto come compimento di tutte le profezie e come annuncio del regno di Dio.

Ezechiele, soggetto e oggetto del libro

Marco Nobile: prof. emerito di esegesi e di teologia dell’AT presso Pontificia Universià Antonianum, Roma

In questa seconda relazione si segue lo stesso principio della precedente su Amos.
Ezechiele è il soggetto protagonista del libro, ma il processo genetico che conduce al ben strutturato libro attuale, fa di Ezechiele l’oggetto personalizzato del contenuto testuale. L’attenzione prioritaria alla struttura del libro fa di Ezechiele il tramite rivelatore e rivelato del messaggio divino, matrice della svolta storica di civiltà del giudaismo.
 

Daniele: un arco tra profezia e apocalittica

Michelangelo Priotto: prof. di esegesi e di teologia dell’AT presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Fossano

Il libro di Daniele è una specie di arco teso tra ciò che vi è di più puro e caratteristico dell’Israele antico, la profezia e la teologia della storia, e uno degli orientamenti più peculiari al Nuovo Testamento: l’orientamento apocalittico. Scritto in tre lingue: ebraico, aramaico e greco, ci interpella profondamente sulla nostra storia.

La comunità di Qumran: un gruppo di apocalittici

Francesco Piazzolla: prof. stabile presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Anselmo Pecci”, Matera

Lo stile di vita dei qumranici permette di parlare di una comunità in cui gli elementi apocalittici non sono solo una visione del mondo, ma anche una concezione che influenza l’esistenza dei membri della setta. Attraverso gli scritti di Qumran è possibile notare come temi specificamente apocalittici (origine terrestre o celeste del male, periodizzazione della storia, comunione con il mondo trascendente, descrizione della fine del mondo e guerra escatologica) siano presenti nei testi del Mar Morto. Numerosi tratti della predicazione del Battista e del Gesù storico (vangeli sinottici) richiamano lo stile apocalittico dei qumranici; anche l’annuncio paolino del Vangelo, in diverse lettere, tocca temi espressamente apocalittici.

L’origine del male nel libro di Enoch etiopico

Frédéric Manns – proff. SBF

La relazione si concentrerà sul peccato degli angeli, illustrandone in dettaglio l’origine. Questo tema sarà ripreso nei testi di Qumran e nella lettera di Giuda.

Il libro dei Dodici profeti minori nella sua unità canonica

Alessandro Coniglio – proff. SBF

L’intervento ha lo scopo di sviluppare una lettura del libro dei Dodici profeti minori che tenga conto della intenzionale unità editoriale di questi dodici scritti in un unico libro. Questa unità editoriale sarà evidenziata in base alle riprese di frasi o di temi tra libri adiacenti o distanti, e si cercherà altresì di valutare perché in antico la sequenza canonica dei singoli profeti minori sia differente nella Bibbia ebraica e in quella greca: dietro le due differenti tradizioni ci sono teologie differenti? Quale può essere, se c’è, la teologia del libro dei Dodici profeti minori, intrecciando insieme i fili di questa unità editoriale?

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