L’Apocalisse giovannea e l’apocalittica ebraica a confronto

Festival Biblico 2018  – 13 maggio 2018

L’iconografia nell’Apocalisse cristiana e l’attesa messianica nell’ebraismo rabbinico

con Giuseppe Casarin (docente), Piero Capelli (docente) – modera Isabella Tiveron

Presente e futuro, cielo e terra, l’Apocalisse di Giovanni esprime il paradosso e la tensione tra il “già” e il “non ancora”, che attraversano tutti i primi scritti cristiani, in un rimescolamento delle categorie del tempo e dello spazio. A partire dal legame tra parole e immagini al quale il libro ha dato origine, leggeremo le grandi visioni dell’Apocalisse sullo sfondo di alcuni cicli pittorici, cercando di ritrovare nell’intreccio profondo tra fede e arte, la sua capacità di evocare «le cose che dovranno accadere tra breve».

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La guerra giusta – 1

da Vinonuovo.it, «vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi» (Lc 6,36).

Tutti, forse, speravamo fosse una questione morale chiusa. Ma dal 25 febbraio di quest’anno la domanda è rimbalzata improvvisa: esiste una guerra giusta? In realtà una eco era già presente al tempo della guerra in Siria, ma l’Ucraina è molto più vicina della Siria, perciò oggi la questione torna alla ribalta. Soprattutto in ambito cattolico, l’acuta percezione del dramma Ucraino e l’inevitabilità delle difesa armata contro l’invasore russo ha portato molti teologi, filosofi e persone di fede a reinterrogarsi, lacerando spesso coscienze che hanno da sempre tentato di tenere insieme davvero fede e storia.

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Profetismo e apocalittica

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

44° corso di aggiornamento biblico-teologico (23-26 aprile 2019) – Studium biblicum francescanum

Dalla profezia all’apocalittica: due modi di reagire davanti ad una crisi

Frédéric Manns – proff. SBF

Secondo l’etimologia greca, προφήτης è “colui che parla in nome di / davanti a”. Il verbo ἀποκαλύπτω significa “rivelare”, “svelare qualcosa che era nascosto”. La letteratura profetica è destinata al pubblico. Nei rapporti con il potere regio e con la classe che gestisce il Tempio, il profeta proclama il primato della fedeltà a Dio e la riscoperta dei valori più genuini; crede che la soluzione del dramma presente con il ritorno alla Legge si risolverà nella storia. La letteratura apocalittica, diversamente, nasce in circoli che si oppongo in qualche misura al Tempio e che non hanno un rapporto diretto col potere. L’apocalittico guarda a un mondo futuro diverso.

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I sussidi di meditazione dei gruppi della Caritas diocesana di Como: domenica 28 novembre 2021

da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.

È iniziato il nuovo anno liturgico-pastorale.
Prosegue per il quarto anno consecutivo la proposta di meditazione al Vangelo della domenica con il consueto sussidio.

Alleghiamo di seguito la presentazione della nuova modalità di raccolta delle meditazioni stesse.
Il sussidio, aggiornato ogni settimana, rimane strumento di accompagnamento all’Ascolto e alla meditazione della Parola, per chiunque avesse occasione di utilizzarlo, in preparazione di incontri parrocchiali o familiari, o anche per momenti di riflessione personale.

L’équipe pastorale Caritas

Leggi la presentazione della proposta

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Nelle braccia di Cristo

da Cristianesimo-ortodosso.org, Cristianesimo ortodosso, fede, vita e cultura cristiana ortodossa in Occidente.

Non dovremmo farci condizionare dall’aria un po’ malinconica di fine estate e pensare che la festa della Dormizione della Madre di Dio sia un’istantanea degli ultimi momenti della Santa Vergine in questo mondo. Eppure la ‘tentazione’ c’è, e lo dimostrano i tanti teologi che nella storia si sono impegnati a commentare i padri sulla fine della Madre di Dio e forse anche noi ci facciamo questa domanda guardando l’icona della festa con la Tuttasanta deposta su un catafalco tra gli apostoli in lacrime.

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Pavel Evdokimov: breve ritratto di un teologo russo

da Korazym.org, quotidiano non profit on line.

Per cattolici e protestanti l’accesso e la comprensione della teologia ortodossa è stato mediato, nel Secondo Dopoguerra, dalle opere di Pavel Evdokimov (1900-1970). Dopo gli studi, egli si dedicò, dopo essersi trasferito da San Pietroburgo a Istanbul, ad una vasta opera sociale in particolar modo a favore degli immigrati, poveri e socialmente emarginati.

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«Coronavirus e i segni dei tempi». Una riflessione di Yusuf Abd al-Hakim Carrara

da Coreis.it, il sito della COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana), una comunità islamica nel cuore dell’occidente.

La rivista italiana Sacrum et Polis e quella francese Mizane hanno pubblicato una riflessione sul momento di crisi attuale a firma del vice presidente della COREIS Italiana, Yusuf Abd al-Hakim Carrara.

Ci fa piacere segnalarne i due link e, a seguire, alcuni brevi estratti significativi.

“Emergenza Coronavirus: spunti per una riflessione”

Yusuf Abd al-Hakim Carrara : posons-nous les bonnes questions sur le coronavirus!

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«Le due città dell’Apocalisse». Conferenza biblica di don Claudio Doglio

da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.

Proponiamo dal Festival Biblico 2019 (Vicenza 22 maggio), la conferenza “Le due città dell’Apocalisse. Da Babilonia a Gerusalemme: la trasformazione escatologica”. Il relatore era don Claudio Doglio.

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“Cammino di introduzione al Corano ed all’Islam” di fratel Ignazio De Francesco della comunità di Monte Sole. Incontro n. 3 (6 maggio 2015)

da Famigliedellavisitazione.it, il sito dell’Associazione di fedeli della diocesi di Bologna “Famiglie della Visitazione”.

Mercoledì 6 maggio 2015, secondo il programma annunciato (v. post), si è tenuto presso la parrocchia di S. Antonio alla Dozza (Bologna) il terzo incontro per un “cammino di introduzione al Corano ed all’Islam”

Relatore:
fratel Ignazio De Francesco della comunità di Monte Sole.

Di seguito pubblichiamo la registrazione audio e un resoconto sintetico dell’incontro.

Introduzione al Corano e all’Islam di Ignazio De Francesco. Incontro n. 3 – file audio

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A 30 anni dalla sua morte. Ritratto di Balthasar

da Theologicalmind.wixsite.com, Theological mind: theology notes, il blog di Fabio Cittadini.

La nostra parola iniziale si chiama bellezza. La bellezza è l’ultima parola che l’intelletto pensante può osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto. Essa è la bellezza disinteressata senza la quale il vecchio mondo era incapace di intendersi, ma la quale ha preso congedo in punta di piedi dal moderno mondo degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidigia e alla sua tristezza. Essa è la bellezza che non è più amata e custodita nemmeno dalla religione, ma che, come maschera strappata dal suo volto, mette allo scoperto dei tratti che minacciano di riuscire incomprensibili agli uomini. […] Chi, al suo nome, increspa al sorriso le labbra, giudicandola come il ninnolo esotico di un passato borghese, di costui si può essere sicuri che – segretamente o apertamente – non è più capace di pregare e, presto, nemmeno di amare.

Hans Urs Von Balthasar

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Il ruolo della filosofia della religione nel pensiero contemporaneo. Intervista di Tudor Petcu a Lluis Oviedo

Pubblichiamo un’intervista di Tudor Petcu a Lluis Oviedo, francescano di origine spagnola, professore ordinario di Antropologia Teologica ed Escatologia alla Pontificia Università Antonianum (dal 1992), professore invitato di Teologia fondamentale presso l’Instituto de Teología de Murcia (dal 1995), nonché professore invitato nella Facoltà di Teologia dell’Università Gregoriana, sezione Teologia Fondamentale, dove ha tenuto corsi su fede, società e cultura. Nelle varie sedi ha approfondito temi di ermeneutica teologica, oltre al rapporto tra fede e cultura e il problema della secolarizzazione. Attualmente la sua ricerca s’indirizza a questioni di scienza e fede, specialmente nel campo antropologico e dello studio scientifico della religione.
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Il lavoro nel Nuovo Testamento: Il gemito dell’intera creazione (Rm 8,19-22)

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto.

Rm 8, 19-22

La realtà del lavoro è collegata alle altre realtà terrene e di conseguenza al resto della creazione. Per questo motivo è di primaria importanza per una corretta teologia del lavoro tenere conto del sopracitato passo paolino, anche se non parla esplicitamente dell’attività manuale dell’uomo.

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Il lavoro nel Nuovo Testamento: Il lavoro, la comunità e la serietà professionale del cristiano nelle lettere paoline

Chi non vuol lavorare, neppure mangi.

2Ts 3, 10b

Paolo, coerentemente con la mentalità espressa tanto dall’Antico come dal Nuovo Testamento, rifiuta una separazione dell’attività professionale dal resto dell’esistenza del credente. Innanzitutto respinge una settorializzazione dal punto di vista dei criteri etici, quasi che la vita potesse essere scissa in frammenti in cui applicare logiche differenti: da una parte il “tempo libero” dedicato esclusivamente alla carità e a Dio e dall’altra il “tempo del lavoro” ispirato alle priorità del profitto ad ogni costo e della concorrenza selvaggia. Inoltre Paolo è particolarmente efficace nello smascherare la tentazione che poteva nascere da una escatologia compresa male: siccome la parousia è vicina la quotidianità e il lavoro e la fatica ad essa legati perdono ogni valore ed importanza. Paolo invita in maniera anche ruvida a tenere insieme fede e vita, evitando inutili agitazioni e vivendo relazioni e professione dentro l’orizzonte del rapporto con il Cristo. Continua a leggere

Quelli davvero “radicali”: anabattisti in pillole

da Svoltaonline.it, per i giovani cristiani che vogliono capire, credere e cambiare, il blog dei giovani della Assemblee di Dio in Italia.

Quest’anno si celebra il Cinquecentenario della Riforma Protestante. Quando ci capita di sentir parlare di Riforma protestante, di sicuro il primo nome è quello di Martin Lutero (1483-1546), il grande riformatore tedesco che, forte della propria esperienza personale di salvezza, ebbe il coraggio di sfidare Roma. Poi ci sarebbero più o meno in quest’ordine: Calvino, Zwingli, Melantone e, fra i precursori, Tyndale o Wycliffe. In ultimo, solo in ultimo, potremmo sentir citare anche gli Anabattisti. Di loro non si parla molto e, quando lo si fa, spesso sono liquidati come fanatici ed estremisti. Fu davvero così o vale la pena spendere dieci minuti per capire meglio cosa fu l’Anabattismo nell’Europa del XVI secolo? Vedremo infatti che questi anabattisti semi-sconosciuti ci sembreranno più vicini di quanto avremmo immaginato. Continua a leggere