San Francesco d’Assisi, i suoi compagni, e i Monaci Francescani Ortodossi. Un articolo di Nicola Comparato

La Congregazione dei Monaci Francescani Ortodossi, fondata da padre Masseo Emilio, proveniente dai Frati Minori Conventuali e ufficialmente costituita il 15 ottobre 2022 (prot. n. 89/2022), dove si ricordano san Luciano d’Antiochia (teologo) e santa Sofia di Cagliari (martire) con Bolla Apostolica Apostolica “Orthodoxorum Monachorum Franciscanorum” a firma di Sua Beatitudine Filippo I di Roma, sta ottenendo un grande successo di adesioni, sia in Italia che all’estero. (dal sito ufficiale della Chiesa Ortodossa Italiana).

Nato ad Assisi, in Umbria, il giorno 26 settembre del 1182, (anche se molti attribuiscono la sua data di nascita all’anno precedente) Francesco, (figlio del ricco mercante di stoffe Pietro Bernardone)  trascorre una vita agiata e riceve un’ottima educazione letteraria durante tutta la sua giovinezza. Il futuro Santo, nell’anno 1202 decide di partecipare alle operazioni militari contro la città di Perugia. Qui viene fatto prigioniero. In questo periodo, durante il suo anno di prigionia, Francesco vive una profonda crisi spirituale e religiosa, che gli permette riscoprire il cristianesimo e i suoi valori e principi. Al suo rientro ad Assisi, decide di rinunciare alla sua vita fatta di ricchezze per dedicare la sua esistenza a Dio, alla povertà, all’umiltà e all’amore nei confronti del prossimo. Nell’anno 1209 Francesco si reca a Roma con i suoi compagni che nel frattempo hanno deciso di seguirlo. Qui viene ricevuto da papa Innocenzo III, che dopo averlo ascoltato approva oralmente la Regola. Nasce così l’ordine dei frati minori. Al suo ritorno ad Assisi, Francesco fonda con la sua amica Chiara l’Ordine femminile delle clarisse. In seguito Francesco dà inizio alle sue missioni religiose in diversi paesi, come ad esempio Francia, Ungheria, Germania, Africa e Inghilterra. Decisamente importante anche la visita di San Francesco d’Assisi al Sultano al-Malik al’Kamil, nipote di Saladino, nell’anno 1219, quando il Santo di Assisi si reca in Egitto per tentare di convertire i musulmani al cristianesimo. L’impresa non riesce ma grande è la prova di fede di Francesco dinanzi agli occhi dello stesso Sultano che lo tratta con grande rispetto. A parte questo avvenimento, tornato in Italia concede la direzione dell’Ordine francescano a Pietro Cattani ed in seguito a frate Elia. Poi, con frate Cesario da Spira, prepara la Regola prima, seguita subito dopo dalla Regola seconda, basate sul  comportamento religioso, che il 29 novembre 1223 viene approvata da papa Onorio III che la rende istituzionale. Nell’anno 1224, secondo la tradizione, Francesco riceve sul monte Verna le stimmate. A questa e ad altre sofferenze, si aggiunge una grave malattia agli occhi. La situazione è così grave che tra il 1225 e il 1226, Francesco decide di recarsi a Rieti per ricevere adeguate cure mediche. Sempre nel 1226, ormai vicino alla morte, Francesco chiede di essere portato nei pressi di Assisi, alla Porziuncola, la prima chiesetta da lui costruita. Qui su sua richiesta viene sepolto nella nuda terra il giorno 3 ottobre 1226 morendo in estrema povertà. Il 16 luglio 1228 viene proclamato Santo da papa Gregorio IX. Secoli dopo, il 18 giugno 1939, viene proclamato da papa Pio XII Patrono d’Italia. Al giorno d’oggi, delle Opere di San Francesco, ci sono pervenuti molti scritti in lingua latina, noti come Opuscolae. Questi comprendono: le 27 Admonitiones, ovvero Esortazioni. Le 10 Epistolae, che sono lettere indirizzate ai frati del suo ordine ai fedeli e tanti altri. Le laudi e preghiere. Il Testamento spirituale per i frati francescani. In lingua volgare abbiamo invece le Laudes creaturarum, ovvero Lodi delle creature, conosciute anche come Cantico di Frate Sole o Cantico delle Creature, scritte dal Santo poco prima della sua morte. Ed ora conosciamo anche i compagni di questo inimitabile Santo:

1) Tommaso da Celano, (1190-1260), è stato un Frate minore e primo biografo di San Francesco d’Assisi, da cui ricevette l’abito francescano nel 1215. Tommaso partí come missionario in Germania nel 1222, e al suo rientro in Italia si stabilí ad Assisi, a  Gubbio e Tagliacozzo. In tre momenti diversi Tommaso scrisse su San Francesco: tra il 1228 e il 1229, la cosiddetta Vita, alla quale nel 1230 dedicò un’epitome, la  Legenda ad usum chori. Poi dal 1245 al 1247 la Vita II, ed infine il Tractatus de miraculis dal 1250 al 1254. Tutti questi scritti sono considerati una base solida in merito alla biografia di San Francesco. Inoltre a Tommaso viene anche attribuito lo scritto del Dies irae. Tommaso da Celano è venerato come beato nell’ordine francescano nelle località di Celano e  Tagliacozzo, dove vengono conservate le sue spoglie.

2) Bernardo di Quintavalle (1180-1241) è storicamente considerato il primo compagno di San Francesco. Figlio di una ricca famiglia di Assisi, lasciò tutti i suoi averi per donarli ai poveri. Successivamente seguì la chiamata di Cristo insieme a San Francesco. Egli fu incaricato di missioni importanti e delicate, e fu scelto dallo stesso Francesco alla guida del primo gruppo di frati che nel 1209-1210 andò a Roma a chiedere l’approvazione verbale del “Propositum vitae” a Papa Innocenzo III.

3) Pietro Cattani (1180-1221) fu uno stimato canonico della cattedrale di San Rufino, situata nei pressi della casa di Chiara di Assisi (futura Santa e fondatrice delle Clarisse). Secondo compagno del “poverello di Assisi”, insieme a quest’ultimo e a Bernardo, Pietro un giorno si rifugiò nella chiesa di San Nicola per tentare di conoscere ciò che voleva nei loro confronti il Volere Divino, aprendo sull’altare il Vangelo tre volte, a caso. Ad ogni apertura delle pagine, il Vangelo si aprì sempre sui brani in cui Cristo domandava ai Suoi fedeli discepoli di lasciare tutto e di seguirlo. Questo fatto diede a Francesco l’idea giusta per la Regola di vita da seguire.

4) Beato Egidio di Assisi, (1190-1262) uomo di umili origini contadine e molto in gamba nei lavori manuali, fu il terzo compagno di Francesco. In occasione della Festa di San Giorgio, il 23 aprile 1208, Egidio indossò il saio che Francesco aveva elemosinato appositamente per lui. Successivamente i due partirono per Ancona, e cominciarono a predicare in quei luoghi.

5) Silvestro, (1170-…) figlio di Rosone di Monaldo, fratello di Favarone e quindi cugino della futura fondatrice delle Clarisse (Chiara), nacque ad Assisi intorno alla seconda metà del XII secolo. Dotato di una grande conoscenza delle leggi, nella Cattedrale di San Rufino fu ordinato prete e canonico. Fu proprio Silvestro a procurare a Francesco, le pietre per la costruzione di San Damiano, per la quale chiese in cambio del denaro. Francesco gli consegnò il dovuto e Silvestro impressionato dal comportamento del futuro Santo decise infine di unirsi a lui nel 1209.

6) Rufino d’Offreduccio (??? – 1270), cugino di Chiara e parente di Silvestro, conosciuto come l’anima orante del gruppo, era già sacerdote quando decise di seguire Francesco nell’anno 1210. Ne “I Fioretti”, sono diversi gli episodi in cui Francesco consiglia a Rufino su come liberarsi delle tentazioni del maligno. Infine, Rufino viene descritto come un uomo totalmente devoto a Dio nelle testimonianze orali e scritte racchiuse ne “Lo specchio della perfezione”.

7) Angelo Tancredi di Rieti (1195-1258), cavaliere e grande amico di San Francesco d’Assisi, fu uno dei primi dodici frati minori. Al servizio di Leone Brancaleone nel 1223, cardinale di “Santa Croce in Gerusalemme”, fu anche il primo cavaliere ad unirsi a Francesco. I due si conobbero quando Francesco si recò a Roma, nel palazzo del cardinale, per chiedere l’approvazione alla nuova Regola a Papa Onorio III. Angelo, con la partecipazione di Bernardo, Leone e Rufino, durante gli ultimi due anni di vita di Francesco restó accanto a quest’ultimo, portandogli conforto cantando al futuro Santo ormai vicino alla morte il Cantico delle Creature.

8) Frate Elia di Cortona (??? – 1253), prima di indossare il saio, insegnava a leggere il Salterio ai giovincelli di Assisi e lavorava nella fabbrica di materassi di proprietà di suo padre. Lavorò inoltre come notaio, a Bologna, e secondo la tradizione fu uno tra i primi ad unirsi a Francesco che gli concesse fin da subito incarichi importanti, nominandolo alla morte di Pietro Cattani Vicario Generale dell’Ordine.

9) Frate Leone (1195-1270), uno dei discepoli più fedeli di Francesco, uno dei primi ad unirsi al poverello di Assisi in seguito all’approvazione verbale della prima Regola dei Frati Minori avvenuta tra il 1209 e il 1210. Secondo le “Fonti Francescane”, Frate Leone fu segretario e confessore di Francesco e di conseguenza divenne il suo amico più intimo. A testimonianza di ciò, la Pergamena che nel 1224 lo stesso Francesco gli consegnò sul monte Verna dopo aver ricevuto le Stimmate, che oltre alle “Lodi a Dio Altissimo” è conservata come sacra reliquia all’interno della Basilica di Assisi, insieme alla “Benedizione a Frate Leone”. I riferimenti di Francesco a Frate Leone si possono trovare anche nel discorso della Perfetta Letizia.

10) Bonaventura, al secolo Giovanni Fidanza, vescovo di Albano e cardinale, nacque in provincia di Viterbo a Bagnoregio (nato nel 1218 o forse 1221 e morto nel 1274). La storia ci racconta che da bambino Bonaventura fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato in seguito al miracolo: «Oh che bona ventura». Il nome gli restò per tutta la vita dopo l’esclamazione del Santo. Bonaventura studiò in Francia, e durante il suo soggiorno parigino decise di entrare nei frati minori. Nella capitale francese insegnò teologia all’università e nell’anno 1257 fu eletto generale dell’Ordine francescano. Restó in carica per diciassette anni e fu considerato il secondo fondatore dell’Ordine. Bonaventura compose inoltre numerose opere teologiche, prima fra tutte la «Legenda maior», storicamente la biografia ufficiale di San Francesco d’Assisi, un’opera che ispirò addirittura Giotto in merito al ciclo delle Storie di San Francesco.

11) Infine, Frate Masseo da Marignano, che fu citato nella Lettera di Greccio, presente nella biografia di S Francesco, secondo le fonti storiche, redatta il giorno 11 agosto dell’anno 1246 dai Frati Angelo, Leone e Rufino. Masseo è considerato uno dei “santi frati” che in quel periodo fornirono le testimonianze e le informazioni sul poverello di Assisi ai tre redattori della lettera. Masseo fu molto amato da San Francesco e ricevette sempre un grande rispetto da quest’ultimo, che lo ritenne sempre il più vicino tra i suoi discepoli. Nella raccolta de “I fioretti”, Masseo fu associato ogni volta a temi come l’amore verso Dio, l’umiltà e l’obbedienza. Nell’anno 1220 Masseo si recò a Roma con il Santo di Assisi per ricevere l’approvazione della Regola da parte di Papa Onorio III. Secondo la tradizione, nel 1224 fu tra i testimoni della comparsa delle Stimmate sul corpo di San Francesco. Morto nel 1280, oggi Masseo riposa nella cripta della Basilica di Assisi.

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