La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questi video della nuova serie esploriamo un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
La Barba di Aronne è il progetto che vuole fare piccoli passi all’interno del mondo ebraico; un mondo ricco di cultura e di tradizioni, visto dall’esterno: con gli occhi di un cristiano. In questo video introduco la nuova serie, un crossover davvero particolare: san Francesco d’Assisi che incontra il mondo ebraico.
Francesco d’Assisi è stato davvero un uomo libero, che non ha avuto paura di avvicinare strati sociali, culture, religioni differenti, e da esse raccogliere suggestioni che hanno permeato la sua vita. Mentre conosciamo bene il suo contatto con l’Islam, grazie alle tante narrazioni e studi fatti sull’incontro tra il santo ed il sultano Malik al-Kamil, non abbiamo evidenti prove storiche di sue relazioni con il mondo ebraico.
Francesco nasce ad Assisi nel 1182: viene battezzato con il nome Giovanni, ma il padre, Pietro di Bernardone, commerciante di «panni franceschi», lo chiama Francesco. Rampollo di una famiglia agiata, riceve una certa istruzione e cresce senza pensieri. Le Fonti francescane (FF) lo descrivono come un giovane allegro e amante dei divertimenti, ma non superficiale; generoso e sensibile, ma desideroso di essere al centro dell’attenzione. Sogna grandi cose per il proprio avvenire, incoraggiato dal padre ambizioso e da alcuni segni premonitori: un povero, ogni volta che lo incontra, stende il mantello davanti ai suoi piedi, preconizzando grandi imprese.
A vent’anni si cimenta in battaglia: a Collestrada è catturato dai Perugini e sperimenta per un anno intero la prigionia, durante la quale ha inizio il suo cambiamento interiore. Tornato in Assisi, si ammala di una malattia lunga e misteriosa; guarisce, ma non è più lui: incomincia a cercare la solitudine, nei luoghi abbandonati della campagna di Assisi. Continua a vendere stoffe e frequentare feste, ma è inquieto. Nel 1204 l’occasione di una spedizione militare nelle terre di Puglia lo spinge a tentare l’avventura cavalleresca. Fa poca strada: a Spoleto, in seguito a un sogno, abbandona cavallo e armi e se ne torna a casa, tra lo sconcerto della famiglia e la derisione della gente.
Passa un anno: l’abbraccio con un lebbroso gli fa sentire una gioia inaspettata; all’interno di una piccola chiesa cadente, un crocifisso gli parla: «Francesco, va’, ripara la mia casa, che come vedi è tutta in rovina» (FF 593). Si improvvisa, quindi, muratore, e sceglie la compagnia di poveri e lebbrosi, profondendo in ciò le proprie energie e il denaro del negozio di famiglia. Il padre, che aveva tollerato le tante stranezze di Francesco, non accetta questa situazione; prima lo rinchiude in casa e poi, vista l’inutilità dei propri tentativi, lo chiama in giudizio dinanzi al vescovo della città. Siamo nel gennaio (o febbraio) del 1206: Francesco si spoglia davanti a tutti delle vesti e dei legami familiari, dichiarando: «D’ora in poi potrò dire liberamente: “Padre nostro che sei nei cieli”, non “padre Pietro di Bernardone” » (FF 597).
Dopo un breve periodo di vita solitaria, si raccolgono intorno a lui i primi compagni, intorno al “tugurio” di Rivotorto. Nella primavera del 1209 Francesco elabora una semplice regola (che non ci è giunta) e si reca a Roma per sottoporla al Papa. Innocenzo III, persuaso da un sogno in cui vide il Laterano pericolante sorretto dal giovane frate, concede la sua approvazione, incaricando Francesco di «predicare a tutti la penitenza». Nel 1212 la fraternità, notevolmente accresciuta, si stabilisce alla Porziuncola, poco lontano da Assisi. A loro si unisce anche Chiara, una giovane nobile di Assisi, che prenderà dimora a San Damiano. Gli anni successivi vedono la progressiva diffusione dell’Ordine francescano, attraverso successive predicazioni, che raggiungono le principali città d’Italia e d’Europa e attirano numerosi uomini e donne a imitare il Poverello di Assisi. Lo stesso Francesco, desiderando annunciare il Vangelo al mondo intero, intraprende diversi viaggi nei paesi non cristiani: nel 1211 è fermato da un naufragio in Dalmazia; nel 1214 da una malattia in Spagna.
Finalmente nel 1219 raggiunge l’Egitto, dove ha luogo il celebre incontro con il sultano Melek-el-Kamil, e la Terra Santa.
Al rientro in Italia, Francesco rinuncia alla carica di ministro generale della comunità. II 29 novembre 1223 Onorio III approva la regola francescana, sancendo la nascita ufficiale dell’Ordine dei Frati Minori. Ormai quasi cieco, nel 1224 Francesco si ritira nell’eremo de La Verna, dove riceve le stigmate. Muore il 3 ottobre del 1226 alla Porziuncola. Verrà canonizzato da Gregorio IX il 16 luglio 1228.
Proponiamo l’intervista sul dialogo interreligioso a Luifi Berzaro a cura di Tudor Petcu. Luigi Berzano, sociologo, prete, accademico, è nato ad Asti nel 1939. Già ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze politiche all’Università degli Studi di Torino, è parroco di Valleandona, frazione di Asti. E’ coordinatore nazionale della sezione “Sociologia della religione” della Associazione Italiana di Sociologia. Collabora anche con la Facoltà Teologica, l’Università Rebaudengo e il Center for Studies on New Religions. Dal 2005 è membro del Comitato scientifico della rivista Studi di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e dal 1992 presidente del Centro Studio Nuove Religioni di Torino. Coeditore di Annual Review of the Sociology of Religion (Brill, Leiden-Boston), dal 2010 dirige l’Osservatorio sul Pluralismo Religioso a Torino, che ha censito circa 150 gruppi e realtà religiose nella metropoli torinese. I suoi studi vertono su pluralismo e libertà religiosa nelle società multiculturali, in particolare nei confronti delle esperienze della religiosità individuali e di gruppo, sia nelle forme organizzate nelle religioni storiche, sia nelle forme più marginali delle minoranze e nuovi movimenti spirituali come la New Age. In Sociologia dei lifestyles ha sviluppato una ricerca sugli stili di vita e nelle pratiche collettive condivise come modello di analisi della stratificazione sociale.
da Coreis.it, il sito della COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana), una comunità islamica nel cuore dell’occidente.
Quando il beato Francesco per la fede in Cristo volle entrare in un grande fuoco coi sacerdoti del Soldano di Babilonia; ma nessuno di loro volle entrare con lui, e subito tutti fuggirono dalla sua vista.
Legenda Major: IX, 8
Da questa citazione della biografia di San Francesco, scritta da San Bonaventura da Bagnoregio su commissione dell’Ordine dei Frati Minori, trasse ispirazione forse Giotto nel descrivere l’undicesima scena del ciclo di affreschi della Basilica Superiore di Assisi.
Gli storici riconducono l’incontro fra San Francesco e il sultano ayyubide d’Egitto al viaggio che il Santo di Assisi intraprese durante la quinta crociata in Oriente e narrano l’offerta generosa di doni preziosi del sultano, stupito per la qualità ascetica del frate. In quell’occasione, si tramanda che San Francesco abbia preferito testimoniare la veridicità della sua fede passando incolume attraverso il fuoco, suscitando timore e ammirazione tra i presenti.
Video messaggio del Santo Padre per partecipanti a The Economy of Francesco (Assisi, 19-21 novembre 2020), l’evento che ha raccolto economisti, imprenditori e change-maker da tutto il mondo per dare una nuova anima all’economia globale. Scopri di più su https://www.francescoeconomy.org
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
Papa Francesco è molto affezionato, e qualcosa di più, al Santo di cui ha voluto prendere il nome. Guarda ancora a san Francesco, dopo la Laudato si’ del 2015, l’enciclica appena resa pubblica, Fratres omnes «sulla fraternità e l’amicizia sociale» (non trascurabile questo binomio, su cui occorrerà tornare). «Fratelli tutti» traduce infatti il vocativo usato da san Francesco nella VI Ammonizione: «Guardiamo, fratelli tutti, il Buon Pastore…» (FF 155).
Da molti anni ho cercato da rumeno di comprendere le funzioni culturali e spirituali dei paesi che sono riuscito a visitare per rendermi conto della bellezza che sta caratterizzando questo meraviglioso mondo in cui noi viviamo. Mi sono sempre detto che non potrò mai scoprire la mia stessa identità ed eredità se non farò una misura autentica di essere un testimone della storia che si svolge accanto a me. Ecco perché ho voluto diventare un pellegrino, pensandomi sopratutto alla storia del pellegrino russo così tanto importante per quanto riguarda la saggezza che si può acquisire nel corso del nostro viaggio sulla Terra.
Tenendo conto di tutto quello che ho sottolineato sopra, ho scelto di sviluppare una situazione affettiva verso le altre culture che, di fatto, sono sempre state presente nella mia mente e nel mio cuore. Oltre, non potrei mai essere un vero cristiano se non fossi capace ad accettare la diversità nel piano spirituale che rappresenta lo scopo della creazione di Dio.
Così ho cominciato a fare la conoscenza di alcuni paesi la cui influenza su di me ha cambiato il corso della mia comprensione personale. Da questo punto di vista, potrei riferirmi al viaggio che ho fatto in Irlanda nel 2010 dove ho scoperto per la prima volta nella mia vita il cristianesimo celtico la cui presenza nelle chiese ortodosse è stata nel frattempo dimenticata. Poi, avendo l’opportunità di visitare un paese come Israele, ho vissuto in modo reale la presenza di Cristo che toccava in un certo senso il mio cuore stanco.
Ma, il mio incontro con l’Italia che si deve a un viaggio che avevo fatto nel 2014, è una realtà personale che mi ha aiutato da due punti di vista: la scoperta dell’eredità lasciata dall’Italia allo spazio europeo e la comprensione del fatto che l’italiano è una lingua ufficiale del cristianesimo.
da Acli.it, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.
A 10 giorni dalla presentazione del Manifesto di Assisi, abbiamo raccolto alcuni spunti di Andrea Citron, Responsabile Ambiente Acli Nazionali.
Andrea Citron possiamo dire che ad Assisi sono state gettate le basi per un nuovo impegno nel green?
Assisi è stato un evento molto importante, ha mosso tanti politici ma anche tanta società civile, c’erano un po’ tutti: sindacati, associazionismo, mondo dell’industria, ecclesiastici, politici, giovani. Non eravamo chiusi nel solito ambito di nicchia dell’ambientalismo, si è messo in pratica l’indirizzo dato da Papa Francesco alla questione climatica attraverso la Laudato sì, e cioè l’ecologia integrale. La lotta ai cambiamenti climatici, per avere possibilità di successo, non può che essere integrata. Gli aspetti economici, sociali, politici sono fondamentali nella causa ambientale, ecco perché bisogna agire insieme, non si può agire a compartimenti stagni se vogliamo davvero essere incisivi.
Che sarebbe stato un Papa fuori dal comune l’avremmo potuto capire già dal nome scelto al momento della nomina. Chi poteva scegliere come modello a cui far riferimento il poverello di Assisi, se non uno che avesse a cuore temi come la cura del creato e gli umili? E in effetti, l’impegno di Papa Francesco nei confronti dell’ambiente e degli ultimi, è sempre stato rilevante, e – caratteristica peculiare del suo apostolato – ha fatto sì che la difesa della casa comune diventasse un dovere cristiano, in politica come nella vita quotidiana. È questo quello su cui Bergoglio ragiona nell’Enciclica che è stata considerata da chi, anche nella Chiesa, non ne ha capito il significato profondo, un documento ambientalista.
Un manifesto per costruire un mondo più sicuro, civile, gentile promosso dal presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini, dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dall’amministratore delegato di Enel Francesco Starace, dal direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi padre Enzo Fortunato, da Catia Bastioli di Novamont e già firmato da oltre 50 esponenti del mondo economico, sociale e culturale.
Dal 26 al 28 marzo 2020 avrà luogo ad Assisi l’evento dal titolo “Economy of Francesco”, iniziativa alla quale sono chiamati a partecipare giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo.
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco invia per la circostanza.
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