
Padre Pio Parisi è nato a Roma il 5 novembre 1926, è entrato nella Compagnia di Gesù l’8 dicembre 1944 ed è stato ordinato sacerdote il 21 luglio 1956. È diventato assistente delle Acli nel 1975, nominato dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della Cei. Il suo impegno nelle Acli è stato quello di aiutare gli associati a vivere una spiritualità legata all’ascolto della parola di Dio letta con lo spirito dei piccoli. Padre Pio ha svolto il suo incarico nelle Acli fino a maggio 1999. Lunedì 13 giugno 2011 muore a Roma nella sua casa di Via degli Ortaggi dove viveva dal 1971.
Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.
Lc 10, 21
Quante ne ho conosciute: da quelle piccoline del maestro elementare a quelle universitarie, da quella modesta del catechista a quella di Pietro e dei suoi successori. Veramente, più che le cattedre ho conosciuto molti che, in tanti modi diversi, erano in cattedra.
Quanto bene viene da queste cattedre che, per stare al mondo universitario che mi è più vicino, si moltiplicano con un ritmo accelerato seguendo i cambiamenti della società; quante informazioni tecnico scientifiche sono necessarie per il progresso e per offrire speranza di ingresso nel mondo del lavoro.
Ma in tutte le cattedre, soprattutto in quelle più elevate, c’è la tentazione di dimenticare il servizio e di lasciarsi sedurre dal dominio e dal potere. Allora viene meno il rapporto fondamentale da persona a persona, il rispetto e la stima che sono l’elemento più importante della convivenza umana.
In qualche nuova cattedra si ha l’impressione che scorrano anche brillantemente dei discorsi “a vuoto”, esercitazioni dell’intelletto che non si confrontano con la realtà e che soprattutto non hanno l’obbiettivo di migliorare qualcosa.
C’è una cattedra, che è la più importante, ma anche la meno riconosciuta. In essa si insegna gratuitamente a tantissime persone che, tuttavia, nella maggior parte dei casi, non si riconoscono né come alunni né come discepoli.
È la cattedra dei piccoli e dei poveri. Trascurando questa cattedra si trascurano ovviamente le materie che in questa vengono insegnate: la fragilità, l’umiltà, la solidarietà, la sobrietà, la pazienza, l’operosità …