
da Caritas.diocesidicomo.it, il sito della Caritas diocesana di Como.
Riproponiamo per il terzo anno consecutivo il sussidio di meditazione relativo al Vangelo della domenica.
Con la stessa struttura, nel sussidio viene proposto quest’anno un unico cambiamento rispetto alle immagini settimanali riportate sulla prima pagina a introduzione del Vangelo, della meditazione e della proposta di lavoro personale.
La meditazione anche per quest’anno sarà guidata dalle riflessioni di don Rocco Acquistapace che ha rinnovato la sua disponibilità ad accompagnarci in questo cammino. Con l’augurio che il sussidio possa rappresentare motivo di condivisione comunitaria alla luce e nell’ascolto della Parola.
L’équipe pastorale Caritas
Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero:
«Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro:
«Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva:
«Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici:
«Volete andarvene anche voi?».
Gli rispose Simon Pietro:
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore
Ascolto e medito:
Esprime parole dure e dirette Gesù per rispondere ai suoi discepoli che lo interrogano sulla sua Parola; perché faticano a comprenderla e non sempre gli risulta facile avere fede, affidarsi a colui che si proclama Figlio di Dio. Ma Gesù è Verità e nella Verità non teme di urtare coloro che hanno poca fede, non teme di causare una divisione con coloro che lo hanno seguito.
Gesù soffre il peso di questa incredulità, di questa incomprensione. I discepoli stentano a credere che Dio si possa essere manifestato attraverso il Figlio, fatto uomo, carne nella carne, umile e condannato a morte. Ancora prevale il desiderio di vittoria, la conferma della forza che vince tutto, non di certo la manifestazione di un atteggiamento povero e aperto all’ascolto di tutti, che professa Amore. La fede dei discepoli inciampa proprio in questa contraddizione, perché è più facile credere in un Dio sempre e solo onnipotente, un Dio che non può diventare umano, che vince anche per noi che così non ci dobbiamo troppo scomodare. Gesù non teme di restare solo perché ha fede nella Parola che il Padre gli ha rivolto.
Anche noi oggi, nelle nostre comunità, tendiamo a insegnare solo il successo, a contare il numero dei credenti, a misurare la grandezza della comunità e non la qualità della fede. Quanta poca fede abbiamo! Le crisi di fede personali e comunitarie le viviamo come fallimenti, le allontaniamo per non apparire deboli.
Il Vangelo di per sé ha la forza di attrarre e di lasciar cadere, basta che sia annunciato nella sua verità e con franchezza. Se come i discepoli non ci allontaniamo ma restiamo con le nostre debolezze e insufficienze presso Gesù e tentiamo di essergli discepoli, è sufficiente per accogliere il dono gratuito e non rifiutarlo; il dono che è Gesù, uomo come noi, manifestazione concreta dell’Amore di Dio.
Medito e condivido
- Qual’è il nostro atteggiamento nei momenti di crisi, quando la nostra fede vacilla?
Il metodo
Ciascuna nostra azione, pensiero, incontro o relazione trova senso nella Parola che ci guida e dà sapore al nostro essere uomini e discepoli di Dio e al nostro vivere la Fede, la Speranza e la Carità nella propria quotidianità. Quando la comunità si riunisce, attraverso i suoi rappresentanti, a pregare, riflettere e organizzare le proprie attività, non può vivere pienamente la propria dimensione comunitaria e cristiana, se non si radica su di un attento ascolto, una condivisa meditazione e una coraggiosa esperienza della Parola di Dio: “nostro nutrimento e fonte di gioia”.
La Caritas Diocesana fa suo il metodo di Ascolto e Meditazione della Parola e lo introduce in una proposta di stile che, dopo l’Assemblea del 17 Marzo 2018, propone a tutte le comunità parrocchiali e vicariali nelle loro forme di incontro, con cadenza settimanale.
È un metodo che parte dalla lettura del Vangelo della Domenica precedente la settimana in cui ci si incontra; una Parola quindi già sentita, ascoltata e meditata ciascuno a livello personale o famigliare.
Un ascolto che diventa meditazione attraverso una riflessione guida che serve più che altro a contestualizzare il brano del vangelo letto e una meditazione che diventa condivisione se ciascuno, in piena libertà e disponibilità, mette in comunione con gli altri una o più risposte alle domande stimolo proposte.
Infine, tre semplici proposte di impegno concreto da viversi in qualsiasi momento, non durante l’incontro, proprio come accompagnamento e richiamo alla Parola, nel passare del nostro tempo settimanale:
SCRIVERE A … a chi vorrei comunicare la mia riflessione sul Vangelo letto o le mie risposte alle domande stimolo che magari all’interno del gruppo non siamo riusciti ad esprimere;
SCRIVERE DI… cosa vorrei condividere, quale pensiero, quale preoccupazione, quale proposito;
SCRIVERE PER… quale intento mi ha portato a scrivere; quale impegno dopo l’Ascolto, la Meditazione e la Condivisione della Parola, nella mia vita di tutti i giorni.