Pubblichiamo un intervento di don Annino Ronchini, appassionato conoscitore di Lev Nikolàevič Tolstòj, il grande profeta russo che convertì Gandhi alla non violenza. Partendo dalla frase tratta dagli scritti di don Milani, don Annino trattera i temi della nonviolenza e della pedagogia non autoritaria in Tolstoj e nella sua esperienza di Jasnaja Poljana.
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Il recinto e la palma
dal profilo facebook di fratel Ignazio de Francesco, monaco della Piccola famiglia dell’Annunziata.
Dalle inferriate di un solido (?) recinto spingo lo sguardo sul bel tramonto giordano. Secondo la toponomastica biblica questi sono i monti di Moab. Stando alla tradizione, Mosè è morto a due passi da qui.
Si ferma l’economia civile ma quella incivile continua a lavorare
da Paxchristi.it, movimento cattolico internazionale per la pace.
Il Decreto Nuove misure per l’emergenza coronavirus chiede un sacrificio molto grande non solamente ai cittadini e alla famiglie, ma anche alle aziende. Le aziende dell’Economia civile aderiscono con grande serietà al fermo delle loro attività e si stanno attivando in ogni modo per riuscire a salvaguardare la salute dei lavoratori e della cittadinanza.
A fronte di un impegno diffuso e sofferto e del costo economico che tante aziende dovranno pagare nei prossimi mesi, come portavoci di un tessuto sano di imprese civili e sociali, constatiamo che l’industria incivile delle armi potrà invece continuare a lavorare anche in questo momento drammatico. Come si legge nel Decreto, sono infatti “consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto della provincia ove sono ubicate le attività produttive”.
Ci pare un pessimo segnale, che denunciamo con forza.
Martin Luther King, quel sogno celebrato ma non realizzato
da Nev.it, Notizie EVangeliche Agenzia Stampa della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
Il King’s day in cui gli americani commemorano il più noto leader del movimento per i diritti civili degli USA fu istituito nel 1983, sotto la presidenza di Ronald Reagan. E già questo è un fatto paradossale perché la storia non riconosce all’ex attore di film western un particolare ruolo nell’azione politica a sostegno delle popolazione afroamericana; al contrario l’asse strategico delle sue politiche sociali fu orientato allo smantellamento delle misure di welfare adottate negli anni della presidenza Johnson che avevano dato frutti importanti sul piano della crescita economica delle minoranze etniche. Ma il movimento che da tempo rivendicava un riconoscimento a King e a quanto egli rappresentò aveva ormai una sua consistenza e Reagan scelse di non contrastarlo, finendo anzi per assecondarlo e intestarsi così il merito di una scelta fortemente simbolica dell’unità di tutti gli americani.
I testimoni di Geova in Giappone
Il dott. Tudor Petcu ci invia un articolo da lui ricevuto da parte dell’Ufficio dei Testimoni di Geova in Giappone, che fa il punto sulla storia di questo movimento cristiano nel paese nipponico. Il testo, redatto originariamente in inglese e tradotto in italiano da Tudor Petcu, fa parte del materiale per una pubblicazione che egli sta curando in riferimento alla storia dei Testimoni di Geova nel mondo che sarà pubblicato prossimamente. Questo libro sarà il primo lavoro accademico che narra le sofferenze dei Testimoni di Geova nei diversi paesi del mondo in un modo obiettivo, essendo basato completamente su una ricerca scientifica.
Sezione 1 – Pietre miliari
Nel 1926, Junzo Akashi fu assegnato come missionario in Giappone, Corea e Cina.
Nel 1927 fu istituita una filiale presso l’edificio Nemoto, 13 Tatami-cho, Kyobashi-ku, Tokyo e iniziarono i lavori missionari.
Nel 1933, il primo raid della polizia ebbe luogo per presunta violazione della legge sulla conservazione della sicurezza.
Personale della filiale: 20-30
Pionieri (evangelizzatori a tempo pieno) in Giappone, Corea e Taiwan: 70-80
Supervisori del gruppo in Giappone: 40-50
Ecologia e mitezza. Avere la terra in eredità. Di Piero Stefani
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
Berthold Brecht, pensando alla sua epoca, uscì con questa esclamazione: «Che tempi sono questi, quando discorrere di alberi è quasi un delitto perché comporta il silenzio su troppe stragi?».
I suoi anni non sono i nostri. Anche prima degli incendi in Siberia e di quelli sistematici in Amazzonia, eravamo già obbligati a riscrivere la frase in questi termini: «Che tempi sono questi, in cui bisogna discorrere delle stragi degli alberi perché non cada il silenzio su altri delitti?». Le sofferenze dell’ambiente sono pagate innanzitutto dai più deboli.
La Bibbia è di aiuto in tutto ciò?*
Aquile Randagie, il film sugli scout che si ribellarono al fascismo
da Anpcnazionale.com, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e da Diocesidicremona.it, il sito della diocesi di Cremona.
Aquile Randagie. Il film
Una storia vera, una storia talmente importante che viene da domandarsi come mai così pochi la conoscano e soprattutto una storia che doveva essere raccontata. Aquile randagie è il film di Gianni Aureli che racconta una pagina della storia resistenziale italiana veramente poco nota: i protagonisti sono un gruppo di giovani scout lombardi che a partire dagli anni Venti, quando tutte le associazioni giovanili vennero chiuse per decreto dal Duce, decisero di non mollare il fazzolettone e di continuare a incontrarsi in clandestinità. Il film, dopo la presentazione al Giffoni film festival nelle sale da lunedì 30 settembre in 200 copie grazie all’alto numero di richieste che il mondo dello scoutismo ha fatto di questo titolo, è un viaggio attraverso il ventennio fascista. I protagonisti sono i ragazzi che decidono di resistere al fascismo creando le Aquile Randagie: giovani, guidati da Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, detto Kelly, che continuano le attività scout in clandestinità, per mantenere la Promessa: aiutare gli altri in ogni circostanza.
L’immaginario animale. Una prospettiva induista
da Alzogliocchiversoilcielo.blogspot.it, sito di taglio ecumenico con testi, audio e video di catechesi, commenti alle letture, conferenze, corsi biblici, lectio e omelie.
Le pareti aggettanti e i portali monumentali d’ingresso dei templi induisti pullulano di raffigurazioni attinte dai diversi piani di esistenza: acquatico, terrestre e celeste; sono veri intarsi scolpiti nella pietra. La poesia abbonda di figure retoriche; ugualmente affollato appare il pantheon delle divinità, fino a sfiorare i trentasei milioni
È innegabile che il primo sguardo sull’induismo sembri l’elogio dell’horror vacui! Eppure, varcata la soglia, si riscopre un andamento fortemente centripeto dalla molteplicità della forma verso un’Unità originaria. Un moto che conduce a quell’Uno, variamente definito dai Testi sacri: l’Ekam sat del Rig-veda, il Tat o il Brahman delle Upanishad, il sostrato di tutto. Nello stesso passo vedico, i succitati trentasei milioni di dèi sono, invero, ricondotti a Uno senza secondo.
Chico Mendes. “L’albero cadendo, ha sparso i suoi semi …”
da Giovaniemissione.it, il sito nato dal percorso comboniano del GIM (Giovani Impegno Missionario).
Il 22 dicembre 1988 moriva Chico Mendez. Assassinato dai latifondisti che volevano costruire la strada sulla “sua” Amazzonia. Un piccolo indio della foresta, che andava a Washinton a parlare al Congresso con il vestito imprestato da un amico. Il padre del grande movimento ecologista che ha portato fino al Summit mondiale di Rio, nel ’92. Ecco la sua storia, raccontata in escusiva da una testimone privilegiata, che ha vissuto sette anni con lui nella foresta.
La Rosa Bianca: il sesto volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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La Rosa Bianca: il quinto volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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La Rosa Bianca: il quarto volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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La Rosa Bianca: il terzo volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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La Rosa Bianca: il secondo volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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In difesa di Danilo Dolci. Di Piero Calamandrei, 1956
Pubblicato in “Quaderni di “Nuova Repubblica””, 4, 1956, p. 15, anche in “Il Ponte”, XII, 4, aprile 1956, pp. 529-544 e in Processo all’art. 4,”Testimonianze”, 8, pp. 291-316. Testo stenografico dell’arringa pronunciata il 30 marzo 1956 dinanzi al Tribunale penale di Palermo.
Il 2 febbraio 1956 Danilo Dolci, attivista della nonviolenza soprannominato Gandhi della Sicilia, veniva arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nella Trazzera vecchia, una strada nei pressi di Partinico abbandonata all’incuria. Al commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello «sciopero alla rovescia», come venne chiamato, Dolci rispose che «il lavoro non è solo un diritto, ma per l’articolo 4 della Costituzione un dovere: che sarebbe stato un assassinio non garantire alle persone il lavoro, secondo lo spirito della Costituzione». L’accusa era di occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale: Dolci e i suoi vennero arrestati e processati. Piero Calamandrei si assunse la difesa di Danilo Dolci in un processo che destò l’interesse della nazione: l’opinione pubblica si mobilitò contro la polizia e il governo Tambroni, deputati e senatori intervennero con interrogazioni parlamentari, intellettuali italiani e stranieri (Silone, Parri, Pratolini, Carlo Bo, Sereni, Moravia, Fellini, Cagli, Mauriac, Sartre) si schierarono a fianco di Dolci. Ciò che avvenne intorno allo sciopero alla rovescia di Partinico, nelle piazze, sui giornali, nei tribunali, fu lo scontro sui modi opposti di considerare la legalità in Italia: la Costituzione, come regola vivente dei cittadini, contro la pratica dell’autoritarismo gerarchico, eredità fascista. Il “caso Dolci” si concluse con la condanna di Danilo e dei suoi “complici”, ma a distanza di 60 anni si può affermare che le autorità trascinarono alla sbarra non tanto il gruppo dei manifestanti, quanto la Costituzione stessa.
La Rosa Bianca: il primo volantino
da Rosabianca.org, Rosa Bianca Associazione per l’educazione alla politica e alla democrazia.
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.
Come disse poi Theodor Heuss “contrapponevano la purezza degli intenti e il coraggio della verità, alle frasi vuote e alla menzogna”.
Proponiamo uno alla volta i sei volantini che furono distribuiti dai componenti della Rosa Bianca a Monaco di Baviera.
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Riscoprire Capitini per risvegliarsi dal sonno della ragione. Appunti di lettura in occasione del compleanno del filosofo italiano della nonviolenza (23 dicembre 1899)
da Azionenonviolenta.it, “Azione nonviolenta – in rete” la rivista on line del Movimento Nonviolento.
Siamo nel pieno di una discesa verso i più profondi livelli di violenza: dalla violenza diretta alla violenza strutturale alla violenza culturale, nella quale – oltre che le guerre – si ri-legittima il razzismo e la de-umanizzazione dell’altro. La logica del nemico è ridiventata tanto il fondamento della politica internazionale che della politica interna. E’ qui, nel punto della notte nel quale più profondo è il sonno della ragione che genera mostri, che ci viene in aiuto Aldo Capitini e ci indica la via del risveglio e della risalita:
La nonviolenza è ricerca, appassionamento e amore all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di ogni essere.
Carcere: non è l’unica risposta che può dare la società
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Tra le poche certezze della complicata vicenda delle carceri italiane, oltre al sovraffollamento (58.759 detenuti al 30 giugno 2018 con una capienza ufficiale di 50.632) c’è l’effetto positivo sul calo della recidiva da parte delle misure alternative al carcere. Come riportava Il Dubbio il 16 marzo scorso «dalle statistiche emerge che per chi espia la pena in carcere vi è recidiva nel 60,4% dei casi, mentre per coloro che hanno fruito di misure alternative alla detenzione il tasso di recidiva è del 19%, ridotto all’l% per quelli che sono stati inseriti nel circuito produttivo». Dati che non lasciano dubbi, così come quelli riportati nel Rapporto 2017 sulle condizioni di detenzione realizzato dall’associazione «Antigone»: la percentuale di revoca delle misure alternative è piuttosto bassa (il 5,92%) «soprattutto se consideriamo le revoche per commissione di nuovi reati». Oltretutto, di fronte alla singolare tendenza degli ultimi anni di un calo dei reati a fronte di un aumento dei detenuti appare evidente che, come scrive Andrea Oleandri (nel Rapporto di Antigone 2018) «la crescita del carcere non corrisponde all’andamento della criminalità, ma piuttosto al clima culturale e politico».
100 anni fa nasceva Nelson Mandela. Un commento e un ricordo
Cent’anni fa nasceva il leader sudafricano, imprigionato a lungo e poi presidente del suo paese. Proponiamo un articolo di Paolo Naso e una testimonianza raccontata da Gianni Sartori.
La lezione di Nelson Mandela
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Il 18 luglio di cent’anni fa in un minuscolo villaggio del Sudafrica nasceva Nelson Mandela, una delle personalità chiave del Novecento e di un tempo forse sovraccarico di ideologie, ma attraversato dalla volontà di capire, di farsi un giudizio proprio sulle persone e sui fatti, anche quelli che accadevano più lontani da noi.
Se il granello di frumento non muore
da Riforma.it, il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Non so ora che cosa accadrà. Abbiamo dei giorni difficili davanti a noi. Ma ora non importa. Perché sono stato sulla cima della montagna. E non mi interessa. […] Voglio solo fare il volere di Dio. E Dio mi ha permesso di salire sulla montagna. E di là ho guardato. E ho visto la Terra Promessa. Forse non ci arriverò insieme a voi. Ma voglio che questa sera voi sappiate che noi, come popolo, arriveremo alla Terra Promessa. E questa sera sono felice. Non ho paura di nulla. Non ho paura di alcun uomo, i miei occhi hanno visto la gloria del Signore che viene.
Martin Luther King Jr.
Non si può prescindere da queste parole rievocando l’assassino del pastore Martin Luther King Jr. Sono state le sue ultime. Rese profetiche perché poche ore dopo – la sera del 4 aprile 1968 – egli veniva ucciso sul ballatoio del Motel Lorraine di Memphis, Tennessee, da alcuni colpi di arma da fuoco.