“Le tavolette di Bahá’u’lláh”: parte del nuovo messaggio divino. Una recensione a cura di Tudor Petcu

Il nostro amico e collaboratore dott. Tudor Petcu ci invia dalla Romania un articolo con una recensione di un testo sacro dei fedeli Bahá’í insieme ad una prima introduzione a questa religione di origine islamica nata nel XIX secolo.

Presenti fin dagli inizi del XX secolo, prima della Seconda guerra mondiale i Bahá’í in Italia sono poche decine. In seguito il loro numero va gradatamente aumentando, fino alla formazione di un’Assemblea Spirituale Nazionale Italo-Svizzera nel 1953 e di un’Assemblea Spirituale Nazionale Italiana nel 1962, riconosciuta dallo Stato Italiano nel 1966. Attualmente sono presenti circa 3.000 fedeli, sparsi in un totale di cinquecento località sul territorio. Fra i Bahá’í italiani spicca la figura di Alessandro Bausani (1921-1989), iranista e islamista di fama internazionale. (da Cesnur.com, le religioni in Italia, un progetto a cura del CESNUR – Centro Studi sulle Nuove Religioni)

Nota preliminare: vorrei precisare che la recensione in oggetto è stata elaborata sotto stretta supervisione dell’Assemblea Spirituale Nazionale degli Bahá’í di Romania, i rappresentanti di quest’ultima fornendomi alcune osservazioni e suggerimenti per un buon adeguamento del testo all’autenticità dei principi e degli insegnamenti trovati nelle Tavolette di Bahá’u’lláh, un manoscritto spirituale di grande valore e interesse per gli studi sulla storia della religione. Ringrazio dunque, per il contributo che l’Assemblea Spirituale Nazionale degli Bahá’í di Romania ha apportato all’elaborazione e alla definizione del lavoro in oggetto.

L’infinita storia delle manifestazioni religiose e la religione Bahá’í

La religione, nel suo senso più profondo, è la direzione pratica e sicura verso la comprensione della realtà oltre i segni, cioè, di Dio, se la sua applicabilità raggiunge l’autenticità necessaria. Ad un certo punto, lo stesso sociologo francese Emile Durkheim, noto per il suo rigore analitico sulla fenomenologia sociale, affermò che la religione stessa è l’unica funzione veramente morale dell’uomo che lo rimuove dall’eterodossia peccaminosa del suo comportamento. D’altra parte, nella visione di Immanuel Kant, la religione è un fattore decisivo nella configurazione della ragione morale in relazione alle sue facoltà sensibili. In altre parole, la religione e la moralità vanno di pari passo, cosa che nel XX-esimo secolo, Henri Bergson ha tentato di dimostrare nella sua opera “Le due fonti della moralità e della religione”. Altrettanto importante è la posizione concettuale di Mircea Eliade rispetto al fenomeno religioso, nel senso che lo scopo comune di tutte le religioni è la morale, o detto diversamente, la perfezione morale dell’uomo.

Da tutto quello precisato come sopra, comprendiamo che la religione, attraverso il messaggio su cui è fondata, non è qualcosa di errato, ma la stessa manifestazione divina che le persone non sono sempre pronte a comprendere. Pertanto, il modo in cui viene spesso applicata da un punto di vista istituzionale, la rimuove dalla sua dimensione divina, rimuovendo allo stesso tempo l’uomo dalla comprensione concreta della logica di Dio. In altre parole, la religione significa un messaggio divino, quest’ultimo essendo del tutto morale, quindi perfetto, ma altrettanto importante è anche il modo in cui la coscienza di ognuno di noi la recepisce per il proprio bene nonché per quello della comunità.

Considerando il tentativo di chiarire il senso e il significato della religione, dovremmo rivolgere la nostra attenzione verso uno dei più completi e affascinanti campi di ricerca, vale a dire la storia delle religioni. Facciamo riferimento ad un orizzonte di ricerca estremamente sensibile, ma provocante, con un carico storico, spirituale e culturale immenso, attraverso il quale possiamo anche comprendere anche una parte della logica dell’evoluzione degli eventi fino ad ora, ma anche la nuova luce in cui si sono svolte le manifestazioni divine da una fase all’altra. Dovuto alla storia delle religioni, godiamo della possibilità di una comprensione più appropriata del Giudaismo, considerando la coscienza sociale e politica dei tempi in cui è nato, della condizione sociale degli ebrei, delle tribù di Israele e della loro occupazione da parte degli egiziani. Allo stesso modo stanno le cose anche con il Cristianesimo o l’Islam. Sebbene sia essenziale percorrere gli scritti sacri di ogni singola religione, è ugualmente importante consultare le analisi scientifiche che sono state sedimentate su di loro, proprio per scoprirle alla luce della loro rivelazione.

D’altra parte, parlare di ciò che chiamiamo “manifestazione divina” implica prendere in considerazione i grandi profeti o fondatori di religioni a seguire nella storia, ognuno dei quali presentando il messaggio divino, ma in una forma più adatta alla coscienza del loro tempo, il che ci fa comprendere che tutto è in continua evoluzione e trasformazione, inclusa la coscienza dell’uomo. Non a caso, il filosofo tedesco Martin Heidegger dichiarò che ciascuna esistenza storica in parte aveva la propria specificità secondo la sua epoca, che non esisterà un’altra volta.

Ritornando al campo della storia delle religioni, potremmo considerare che la maggior parte delle grandi religioni ci sono state presentate e spiegate, sebbene non in modo necessariamente esaustivo. Interi tomi sono stati scritti sul Buddismo, Confucianesimo, Induismo, Giudaismo, Cristianesimo, Islam. Le grandi biblioteche occidentali ospitano importanti volumi sugli scismi religiosi, nascita delle sette, riforme protestanti e neo-protestanti e sulla vocazione laica delle nuove tendenze religiose. In questo senso, abbiamo il diritto di chiederci se la storia delle manifestazioni religiose pure sia finita.

Tuttavia, esplorando a fondo, scavando in profondità nel buco del sapere per scoprire i diamanti sapienziali e sacri, la nostra coscienza spirituale avrà un nuovo incontro. Un incontro attraverso il quale comprenderà che il ciclo delle manifestazioni divine non è ancora stato interrotto, che il messaggio divino deve ancora essere trasmesso nel nostro mondo sensibile affinché esso possa essere popolato dall’uomo nuovo, cioè dotato della pienezza del sapere divino.

La nuova religione che avremmo incontrato in un approccio responsabile della ricerca è chiamata Bahá’í, una religione nata in Persia, l’attuale Iran, nel XIX-esimo secolo. Secondo la religione Bahá’í, l’umanità è entrata in una nuova primavera di Dio, il che significa che sta succedendo il processo di rinnovamento della coscienza spirituale che conduce ad un più ampio sapere del piano di Dio.

Una bibliografia scientifica sulla religione Bahá’í

Sulla religione Bahá’í, sono stati scritti alcuni articoli o libri di riferimento dagli storici delle religionii, aspetto che presenterò nelle righe successive.

Infatti, la Fede Bahá’í è stata oggetto di studio sia in Oriente che in Occidente sin dall’inizio, alla fine del XIX-esimo secolo e all’inizio del XX-esimo secolo, attraverso gli studi accademici degli orientalisti A. L. M. Nicholas e Edward G. Brown, interessati soprattutto dal Babismo.

Dopo questo interesse iniziale, ci fu un periodo di abbandono a livello accademico fino agli anni 1970, 1980 e 1990 quando, a causa del crescente interesse nell’Occidente, gli studi furono condotti dal punto di vista del Medioriente, degli studi Islamici o Iraniani. Al momento, la letteratura scolastica sulla Fede Bahá’í è molto più ricca, essendo dei lavori accademici introduttivi e descrittivi come quelli di Smith Peter: The Babi and Baha’i Religions: From Messianic Shiʿism to a World Religion. Cambridge, UK, and New York: Cambridge University Press, 1987; The Bahá’í Faith: A Short History. Oxford: Oneworld, 1999; A Concise Encyclopedia of the Bahá’í Faith. Oxford: Oneworld, 2000; An Introduction to the Baha’i Faith. Cambridge, UK, and New York: Cambridge University Press, 2008.

Stockman, Robert H. Bahá’í Faith: A Guide for the Perplexed. New York: Continuum, 2012 è un’ottima introduzione per coloro che ascoltano questa Fede per la prima volta. Momen, Moojan. The Bahá’í Faith: A Beginner’s Guide. Oneworld Beginners’ Guides. Oxford: Oneworld, 2008, Hutter, Manfred; Handbuch Bahā’ī: Geschichte–Theologie–Gesellschaftsbezug. Stuttgart: Kohlhammer Verlag, 2009, Danesh, John, Seena Fazel, and Paul Slaughter; The Baha’i Faith in Words and Images. Oxford: Oneworld, 2012 e Cole, Juan R. I. “Bahaism i: The Faith.” Encyclopaedia Iranica Online sono altri lavori accademici importanti.

Mircea Eliade, scrisse nel 1991 in uno studio sulle religioni del mondo che la Religione Bahá’í è una “Religione Mondiale fondata dal persiano aristocratico Bahá’u’lláh” (“World Religion founded by the Persian aristocrat Bahá’u’lláh” Eliade, M. and I.P. Couliano. The Eliade Guide to World Religions. New York: HarperCollins, 1991.p. 264).

Altre Enciclopedie che fanno riferimento alla Fede Bahá’í sono: Encyclopedia of Religion, Encyclopaedia Iranica, The Canadian Encyclopedia e New Twentieth-Century Encyclopedia of Religious Knowledge la descrivono come “una nuova religione mondiale”. The Concise Encyclopaedia of Islam la chiama la “religione universale.” Nel Theologische Realenzyklopädie è scritto che, poiché la Fede Bahá’í si rivolge a tutta l’umanità e poiché è già presente in quasi tutti i paesi del mondo, essa può già essere considerata una delle religioni del mondo.

Le origini della religione Bahá’í

Sebbene il mio scopo in questa presentazione sia quello di invitare il lettore a scoprire i significati più profondi della religione Bahá’í, sottolineo, tuttavia, che i suoi inizi si ritrovano durante la vita di Báb (1819-1850), che fu duramente perseguitato dalle autorità persiane per aver presentato il nuovo messaggio divino che si oppose alla posizione radicale dell’Islam in quel momento. Il messaggio di Báb fu successivamente proseguito da Bahá’u’lláh (1817-1892), colui che sarebbe diventato la nuova manifestazione divina, la sua vita essendo segnata dalla sofferenza, dal carcere e dall’esilio come risultato dei principi che propagava. Vediamo, quindi, che Bahá’u’lláh, proveniente da una particolare area culturale e spirituale del globo, è il più nuovo profeta o fondatore religioso che si è rivolto non solo alla società in cui era nato, che non lo ha mai capito, ma anche a tutta l’umanità.

In altre parole, la religione Bahá’í può essere meglio compresa e scoperta attraverso la personalità e gli scritti di Bahá’u’lláh, il cui messaggio è stato trasmesso dal proprio figlio Abdu’l-Bahá, i suoi discorsi essendo stati ascoltati ovunque nel mondo. Inoltre, per avere una panoramica della religione Bahá’í, coloro che desiderano sono invitati anche ad appoggiarsi alle azioni di Shoghi Efendi, che conosceva l’inglese perfettamente, perché grazie a lui gli scritti di Bahá’u’lláh e quelli di ‘ Abdu’l-Bahá sono entrati in Europa.

Come ho già affermato, il presente studio non mira a descrivere dettagliatamente la religione Bahá’í o la personalità di Bahá’u’lláh, ma una prima evidenza dell’esistenza di questa religione, dato che è estremamente sconosciuta, essa riscontrando tutte le condizioni necessarie per diventare un oggetto e uno studio di ricerca negli orizzonti accademici che servono la storia e la filosofia della religione.

le ”Tavolette di Bahá’u’lláh”

D’altra parte, scrivendo queste righe, desidero rendere noto uno scritto fondamentale di Bahá’u’lláh, ovvero le ”Tavolette di Bahá’u’lláh”, che ci dà l’opportunità di capire meglio la religione Bahá’í e la veridicità della nuova manifestazione divina.

Le Tavolette di Bahá’u’lláh sono uno dei libri sacri della religione Bahá’í e una condizione sine qua non nel piano di comprensione del più recente messaggio divino, come dimostra una prima impressione che potremmo fare a seguito della loro lettura. Forse non è fondamentalmente sbagliato pensare che le Tavolette di Bahá’u’lláh siano in qualche modo l’equivalente dei comandi presentati da Mosè, ma qui abbiamo a che fare con un messaggio molto ampio che non si basa solo su un insieme di precetti e imperativi.

Leggendo le Tavolette di Bahá’u’lláh ci viene spiegata innanzitutto la natura superiore, cioè la natura perfetta di Dio, le cui caratteristiche principali sono il sapere, la comprensione, la gentilezza ma anche la giustizia. In altre parole, Dio è l’Onnisciente e l’Onnipotente. Ovviamente, non è esclusa la natura umana e dalle Tavolette di Bahá’u’lláh scopriamo una nobile natura umana dotata dall’Altissimo di tutta la grandezza possibile.

Ne consegue che esiste un perfetto rapporto di convivenza tra la natura divina e quella umana, con la menzione che la natura umana diventa divina solo perché l’uomo, disobbedendo a Dio, perde la sua nobiltà e la gloria con cui è stato creato. L’uomo, per essere confermato nella Causa della Giustizia di Dio, deve costantemente manifestare la sua fedeltà al Suo Messaggio.

Le Tavolette di Bahá’u’lláh, così incantevoli attraverso la musicalità, il ritmo e la gentilezza delle parole di seta, ci introducono in un orizzonte spirituale in cui la Stella della Verità dà all’uomo il proprio sapere come cibo spirituale, aiutandolo ad acquisire tutto lo splendore di base, come la saggezza, l’incontro con il proprio Sé, il discernimento, l’amore senza il quale non arriverebbe a diminuire la cecità, cioè ad aumentare la visione.

Percorrendo le Tavolette di Bahá’u’lláh con uno spirito di responsabilità morale e intellettuale, siamo invitati a scartarci totalmente dall’egoismo e dall’invidia e ad integrarci in un orizzonte di unità e armonia con tutte le religioni del mondo, aspetto che conferisce una certa singolarità della fede Bahá’í, poiché nessun’altra fede religiosa non si basa su un tale precetto. Siamo chiamati tramite l’ascensione della nostra coscienza verso Dio di servire una Causa Spirituale comune, la nostra bussola deve essere quella della pace e del rispetto nella diversità. Comprendiamo in questo modo che la fraternizzazione delle persone sulla terra di fronte a Dio è il fattore decisivo che contribuisce alla nascita del nuovo mondo.

Un altro aspetto interessante e illuminante delle Tavolette su cui sto parlando è l’insistenza di Bahá’u’lláh sull’uguaglianza tra uomini e donne. Non ci viene più mostrata una società imprigionata nei canoni gerarchici secondo cui la donna deve essere sempre un passo dietro l’uomo e servirlo, ma al contrario Bahá’u’lláh critica la discriminazione delle donne, sottolineando che è giunto il momento di abbandonare una tale mancanza percepibile, poiché agli occhi di Dio siamo tutti uguali. Questa peculiarità basilare della religione Bahá’í, dell’uguaglianza tra uomini e donne, potrebbe essere un denominatore comune della vecchia fede dacica, lo Zamolxianismo perché Zamolxis stesso riteneva che il mondo non potesse evolvere in una nuova coscienza spirituale, affinché le donne saranno discriminate e descritte come esseri inferiori.

A causa delle Tavolette di Bahá’u’lláh, siamo anche determinati a chiederci se è possibile una forma di governo sulla terra che è basata sulla fusione dei principi della repubblica con quelli della monarchia. Bahá’u’lláh, ispirato dagli Insegnamento del Più Altissimo, raccomanda al nuovo mondo la repubblica come forma di governo, affermando però che la monarchia non dovrebbe essere esclusa di vista.

Sebbene ci siano molti aspetti delle Tavolette di Bahá’u’lláh su quali dovrei discutere, mi fermo alla sua visione di formare un singolo popolo di Dio che parli una lingua e sia guidato da un gruppo di uomini molto saggi, aspetto che non dovrebbe essere confuso a quello che la religione Bahá’í è chiamata la Casa Universale della Giustizia. Bahá’u’lláh ci porta in questo senso con il pensiero ad una nuova forma di globalizzazione, ma una globalizzazione in nome di Dio, e non specifica ai giochi politici, economici e militari di oggi.

Il popolo unico o la grande famiglia a cui si fa riferimento non sarà guidata dalla Casa Universale, come specificato. Si formerà piuttosto un nuovo ordine mondiale ispirato dalla divinità, in cui l’individuo, la comunità e le istituzioni svolgono ruoli interdipendenti. Pertanto, in futuro ogni paese avrà la sua Casa della Giustizia come istituzione responsabile della gestione degli affari della comunità e della sua guida.

Immaginare un mondo riorganizzato secondo i principi bahá’í e alla volontà divina espressa da Bahá’u’lláh è in questo momento pura speculazione, poiché i frutti di questa Rivelazione sono finora impensabili. Tuttavia, lo sviluppo del Piano di Bahá’u’lláh fino ad oggi, mostra chiaramente una visione sull’organizzazione della società in cui vediamo lo sviluppo e lo sbocciare di tre parti essenziali: l’individuo, la comunità e l’istituzione, lavorando in modo complementare e armonioso per consentire alla perfezione della vita materiale, intellettuale e spirituale dell’uomo sulla terra. Questi tre elementi si stanno sviluppando contemporaneamente, e nessuno ha un’importanza maggiore dell’altro. Il futuro in cui la persona spiritualmente autorizzata vivrà in una comunità vibrante sarà anche il periodo in cui le istituzioni completamente apoliticizzate saranno inoltre ispirate dal messaggio divino.

In un certo senso, possiamo immaginare un modello di armonia post-secolare, l’esistenza complementare di un ordine religioso pluralistico e di uno stato che, anche se ispirato alla modalità bahá’í, lavorerà sempre e con approcci diversi (anche specifici regionali) per il benessere dell’umanità. Tutto questo all’interno di uno Commonwealth di Stati federali in cui l’applicazione dei principi guida baha’i promossi dal Forum Amministrativo Mondiale Bahá’í (Casa Universale della Giustizia) saranno adottati democraticamente e volontariamente dagli Stati costituenti.

La Fede Bahá’í iniziò con la missione che Dio affidò ai Due Messaggeri divini: Báb e Bahá’u’lláh. Oggi, l’unità speciale della Fede che Essi hanno fondato, ha le sue radici negli insegnamenti espliciti lasciati da Bahá’u’lláh, che hanno assicurato la continuità della guida dopo che Esso non c’è più stato. La linea di successione, chiamata Patto, passò da Bahá’u’lláh a suo figlio, ‘Abdu’l-Bahá, poi da ‘Abdu’l -Bahá a suo nipote, Shoghi Effendi, e alla Casa Universale della Giustizia, consacrata da Bahá’u’lláh. Ogni Bahá’í accetta l’autorità divina di Báb, Bahá’u’lláh e di questi successori nominati.

In base a tutte le affermazioni fatte, raccomando vivamente ai lettori di affidarsi alle Tavolette di Bahá’u’lláh per scoprire un manoscritto spirituale raro, ma così contemporaneo e accessibile a ciascuno di noi. Non per ultimo, raccomando anche altri scritti di base per allargare gli orizzonti del sapere riguardo alla fede Bahá’í, come il “Libro della Certezza” di Bahá’u’lláh, “Gli Annunciatori dell’Aurora” o “Le risposte alle grandi (alcune) domande” di ‘Abdu’l-Bahá.

Spero inoltre che un giorno la religione Bahá’í, insieme ad altre grandi religioni come il Giudaismo, il Cristianesimo o l’Islam, sarà oggetto di analisi e preoccupazioni di storici e filosofi della religione a livello accademico ed universitario.

Tudor Petcu

i Riferimenti accademici – scrittori non bahá’í:

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Esistono anche programmi accreditati presso Università e scuole, ad esempio negli Stati Uniti, in Columbia e in Australia. United Theological Seminary of the Twin Cities (UTS) a New Brighton, Minnesota (corsi come:

“The Bahá’í Faith: A Comprehensive Introduction.” “Bahá’í Theology, Concepts of God, Revelation, Manifestation, Creation, Humanity, Covenant, and Afterlife.” “The Bahá’í Faith and Social Change.” “Bahá’í Institutions, the Community, and the Individual.” “Bahá’u’lláh’s Revelation, a Systematic Survey.”)

La Cattedra Bahá’í per la Pace Mondiale all’Università del Maryland è un programma accademico che propone un esame interdisciplinare e il discorso sulla pace globale. Mentre offre alcune conoscenze iniziali sulla religione, il programma mira a sviluppare una solida base scientifica per stabilire delle strategie per la creazione di un mondo migliore. http://www.bahaichair.umd.edu ma possono essere trovate nelle biblioteche delle Assemblee Spirituali Bahá’í in diversi angoli del mondo, inclusa l’Europa.

 

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