Paolo Ricca
Uniti dalle parole di Gesù
A cura di Paolo Sassi
Prefazione di Andrea Riccardi
(collana TeologicaMente),
Edizioni Magister, Matera, 2025, pagine 140,
www.edizionimagister.com
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Frère Charles, germoglio della «Chiesa delle periferie»
da Jesuscaritas.it, Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, “Apparteniamo completamente soltanto all’attimo presente”.
Con il pontificato di papa Francesco, primo Vescovo di Roma venuto «dalla fine del mondo», il termine periferia è entrato nel vocabolario ordinario della Chiesa. Frasi famose come «Chiesa in uscita verso le periferie anche esistenziali»; «Sogno una Chiesa povera per i poveri», denotano non soltanto uno spostamento geografico, ma altre dimensioni, a cominciare da quella spirituale, quindi abbraccia la spiritualità e di conseguenza la prassi pastorale. Andrea Riccardi, nel suo recente contributo, Periferie. Crisi e novità per la Chiesa (ed. Jaca Book), ripercorre velocemente il rapporto tra la Chiesa e la periferia, iniziando dal dato biblico e passando in rassegna i diversi momenti storici che hanno visto soprattutto la distanza tra la «centralità della Chiesa» e le periferie. Tuttavia è col Novecento che le periferie si presentano come una terra nuova: «Le periferie – sostiene Riccardi – si sono riproposte con forza al cristianesimo del Novecento, non tanto come luogo di elezione dove vivere la fedeltà al Vangelo e la ricerca di Dio, quanto come spazi problematici per la sopravvivenza del cristianesimo». Continua a leggere
Papa Wojtyla: novità, pregi e limiti del ministero del primo papa dell’Europa orientale. Intervista di Tudor Petcu a Luigi Accattoli
Il nostro collaboratore, il dott. Tudor Petcu, si occupa del primo papa slavo della storia, Giovanni Paolo II, intervistando il famoso scrittore e giornalista Luigi Accattoli, autore di numerosi libri sul cristianesimo e anche sulla figura di Karol Wojtyla. Rimandiamo per la scheda biografica di Luigi Accattoli e per conoscerlo ancora meglio al suo blog Luigiaccattoli.it. Continua a leggere
Don Lorenzo Milani: Linee teologiche. Premesse ed ecclesiologia
Siamo nella Chiesa apposta per sentirci serrare dalle sue rotaie che ci impediscano di deviare tanto in fuori che in dentro. Queste rotaie non sono costituite dalle interviste del cardinale Ruffini sul giornale della Fiat. Sono invece nel Catechismo diocesano e per portarsele in casa bastano 75 lire. Dopo di che sai preciso cosa puoi dire e cosa no. Tutto quel che non è proibito è permesso e credimi che non è poco.
Del resto, se ti restasse ancora qualche scrupolo hai nella Chiesa un altro motivo di serenità ed è che essa è viva ed è lì apposta per richiamarci coi suoi decreti ogni volta che ce ne fosse bisogno (ho detto coi suoi decreti, non con gli articoli dei cardinali giornalisti).don Lorenzo Milani
L’originale formazione e vicenda umana, oltre al particolare contesto di Chiesa locale e nazionale, strutturarono il ministero e la prassi pastorale di don Milani su una teologia al cui proposito sono doverose alcune precisazioni previe riguardo alle origini e alle modalità di espressione. Continua a leggere
Perché sull’Islam ha ragione padre Dall’Oglio e non la Fallaci
da Aleteia.org, Rete Globale Cattolica.
Il 29 luglio 2013 veniva rapito il gesuita romano a Raqqa, in Siria. Una vita dedicata al dialogo, unica via per disinnescare la trappola dell’odio fondamentalista.
Don Lorenzo Milani: elementi per vederlo dentro il contesto ecclesiale. La Chiesa italiana durante il ministero di don Lorenzo Milani (1947-1967)
Per un prete, quale tragedia più grossa di questa potrà mai venire? Esser liberi, avere in mano Sacramenti, Camera, Senato, stampa, radio, campanili, pulpiti, scuola e con tutta questa dovizia di mezzi divini e umani raccogliere il bel frutto d’essere derisi dai poveri, odiati dai più deboli, amati dai più forti. Aver la chiesa vuota. Vedersela vuotare ogni giorno più.
don Lorenzo Milani
Don Lorenzo Milani iniziò il suo ministero di cappellano nella parrocchia di San Donato di Calenzano, grosso paese nei pressi di Prato, all’inizio di ottobre dell’anno 1947. Il panorama ecclesiale è dominato, in questi primi anni del dopoguerra, dalla figura di papa Pio XII, il cui prestigio era stato enormemente accresciuto dalla funzione di supplenza svolto dalla Chiesa e dal Vaticano durante il conflitto e da alcuni fatti bellici (specialmente il bombardamento di san Lorenzo) nei quali, grazie ai suoi gesti e ai suoi interventi in cui esprimeva partecipazione alla sofferenza della popolazione, egli “aveva acquistato un posto preminente e quasi simbolico nell’opinione di massa, inaugurando un intenso rapporto tra papa e folle”1 accresciuto poi dal sapiente uso dei mezzi di comunicazione, amplificatori e diffusori della parola e dell’immagine del pontefice. Continua a leggere
Don Lorenzo Milani: elementi per vederlo dentro il contesto ecclesiale. Non facciamogli il torto di pensarlo come un “eroe” isolato
Un prete cattolico isolato è inutile.
don Lorenzo Milani
Approcciandosi con un pò di superficialità alla figura di don Lorenzo Milani è molto facile cadere nelle categorie dell’eroe che combatte da solo contro un mondo ingiusto, del profeta incompreso contro una Chiesa oscurantista e antievangelica, del ribelle impegnato nel sociale perseguitato da una gerarchia e un clero tutto impegnato in processioni, scomuniche e calunnie. Un incontro serio e approfondito con il prete fiorentino necessita di una sua collocazione nel contesto della Chiesa italiana e fiorentina del suo tempo. Continua a leggere
80 anni fa la strage di Debré Libanos in Etiopia: quando i martiri sono gli altri e noi i persecutori
Proponiamo una serie di contributi (tra cui il Docu-Film: “Debre Libanos” realizzato da Tv2000) riguardanti la strage di Debré Libanos, che rappresenta uno dei più gravi delitti della storia contro una comunità cristiana, perpetrato dagli italiani, per la maggior parte cristiani cattolici. Il dramma avviene in seguito a un attentato contro il viceré Rodolfo Graziani, che sopravvissuto – seppur ferito – ordina una cruenta rappresaglia con migliaia di morti. Il 18 maggio del 1937, in occasione di una festa religiosa che attira molti pellegrini, il generale Pietro Maletti lancia i propri uomini contro la cittadella santa, facendo strage di religiosi e laici ortodossi (da 1800 a 2200 i morti). Continua a leggere